Oltre 60 miliardi di debiti, il 62% degli enti pubblici che paga strutturalmente in ritardo e le aziende che devono aspettare in media fino a 55 giorni oltre la scadenza del pagamento, che per legge non dovrebbe avvenire oltre i 30-60 giorni. E’ il mercato dei crediti delle piccole e medie imprese italiane nei confronti della Pubblica amministrazione, centrale e periferica: un esercito di circa 875mila aziende che forniscono prodotti a ministeri, ASL, Regioni, enti locali, per un valore complessivo che è sì calato dai 91 miliardi certificati nel 2012, rimanendo però ancora nel 2016 superiore ai 60 miliardi. Di cui almeno la metà, 33 miliardi stimati, non rientra in casi di ritardo di pagamento fisiologici.
Su questo mercato si lancia Banca IFIS, da sempre specializzata nell’acquisizione di crediti delle imprese, e per farlo non ha tradito la sua vocazione innovativa: la banca, che non ha nemmeno uno sportello, ha presentato a Milano TiAnticipo, una piattaforma tutta digitale per semplificare al massimo la cessione del credito alle decine di migliaia di aziende nei confronti delle quali lo Stato è debitore. A patto che questo debito sia certificato, come avviene da qualche tempo grazie al lavoro del Mef, che ha permesso tramite il proprio portale a 21mila delle 55mila aziende pubbliche di certificare il proprio debito e di garantire una data di pagamento. “Ancora poche – ha detto Raffaele Zingone, responsabile Impresa di Banca IFIS -, ma questo primo coinvolgimento ha permesso innanzitutto di quantificare la cifra complessiva, che nel 2012 superava i 90 miliardi, e di ridurla subito drasticamente facendola passare, più o meno a parità di Pil, dal 5,8% al 3,8% del Pil”.
TiAnticipo è uno strumento semplicissimo: tutto online, su un sito chiaro e accessibile anche ai meno avvezzi, e bastano pochi clic all’imprenditore per avere un primo preventivo su quanto la banca è disposta ad offrire per la cessione del credito. Questo iniziale passaggio, in cui basta indicare l’importo dovuto, non richiede nemmeno la registrazione: dopodichè la banca rifinirà la propria offerta in base alla certificazione della fattura (che è condizione necessaria, ma basta richiederla sulla piattaforma elettronica del Mef), al tempo di pagamento indicato dall’azienda debitrice sulla piattaforma di certificazione del Mef, e a un’analisi che sarà fatta sullo stato di salute dell’ente pubblico debitore.
“Il preventivo – spiega Zingone – si fa in pochi secondi, attraverso un algoritmo, poi entro 48 ore viene completata la valutazione della richiesta e, una volta ottenuto l’ok da parte del Mef, possiamo erogare il credito richiesto. Un processo molto veloce che ci consente di consegnare il denaro all’impresa al massimo entro 10 giorni”. Una grande opportunità per aziende che – come più volte è accaduto – hanno rischiato di fallire o lo hanno fatto in attesa dei pagamenti della PA: la media di giorni di ritardo è tra i 41 e i 55 giorni, ma nel caso delle ASL si arriva ad aspettare anche oltre 71 giorni. In media sono il 62% le PA che non pagano in tempo, ma nel caso dei Ministeri si arriva al 71,4%, mentre i peggiori sono i Comuni capoluoghi: il 77,2% di loro paga strutturalmente in ritardo. La sanità contribuisce al 35% dei debiti commerciali complessivi, mentre le Regioni più indebitate sono Lazio, Campania e Lombardia. I settori maggiormente colpiti dai ritardi sono edilizia, energia e servizi. Quattro aziende su dieci, secondo l’European Payment Report, hanno già detto di voler fronteggiare i ritardi facendosi anticipare le fatture: dal 31 ottobre potranno farlo su TiAnticipo.
“Per Banca IFIS – ha poi aggiunto Zingone – si tratta di un altro passo verso l’innovazione fintech, diretta a dare un sostegno sempre più concreto e veloce alle Pmi italiane. Un passo che è frutto di un investimento triennale da 140 milioni e che prevede molte altre iniziative”. Il fintech è un settore che nel mondo cresce e coinvolge tutto ciò che farà diventare la banca un semplice ma allo stesso tempo un sofisticatissimo software, con tecnologie che vanno dall’Intelligenza Artificiale al blockchain: in Italia il fintech vale 50 milioni, riguarda 200 aziende e 1.500 posti di lavoro.