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Imprese italiane: migliora il profilo creditizio. Attesa l’emissione di 13,1 miliardi di mini bond, la metà green – Credit Outlook Cerved

FIRSTonline

Il profilo creditizio delle imprese italiane va migliorando rispetto a qualche mese fa, riuscendo a far fronte alle difficoltà contingenti e mostrando un sistema economico nel complesso sano.
E’ quanto emerge da un Credit Outlook 2023 di Cerved Rating Agency, l’agenzia di rating italiana specializzata nella valutazione del merito di credito delle imprese e nella misurazione delle performance ESG, che ha analizzato un portafoglio di oltre 18.000 aziende rappresentativo dell’economia italiana.
Il rapporto individua in particolare una quota di 1.087 imprese con struttura economica finanziaria abbastanza solida da poter emettere nel 2023 ben 13,1 miliardi di euro di minibond, di cui più della metà “green” (6,7 miliardi), grazie alla presenza di 537 possibili emittenti nei settori maggiormente esposti alla transizione ecologica ed energetica.

Restano i fattori di rischio generali

Non che non esistano fattori di rischio che impattano negativamente, come inflazione, andamento dei tassi e caro-energia. L’instabilità della situazione macroeconomica e geopolitica si riflette sullo scenario base, più ottimistico, che stima una probabilità di default delle aziende italiane al 5,80% a dicembre 2023 in calo dal 5,91% del giugno scorso, in rialzo dal 5,68% di dicembre 2022, e significativamente al di sopra del 4,45% di fine 2019, dice l’indagine. Se si considera poi uno scenario avverso, dove si realizzi un sensibile peggioramento della congiuntura economica e un nuovo rialzo dei prezzi energetici e dei tassi di interesse, la probabilità di default salirebbe al 7,23%, ma attualmente questa ipotesi non è la più quotata. “I dati non correggono ancora l’incremento di rischio che si è verificato durante e dopo il Covid, anche se la situazione va migliorando rispetto a qualche mese fa: la previsione attuale di 5,8% di rischio percepito a dicembre 2023 è infatti inferiore al 5,91% a giugno 2023 calcolato a metà dello scorso anno”, spiega Fabrizio Negri, Amministratore Delegato di Cerved Rating Agency.

I settori: per alcuni il rischio default è diminuito, il turismo in particolare

Dall’analisi dei settori emerge, nello scenario base, un andamento molto differenziato: se, da un lato, i servizi legati al turismo e alle strutture ricettive, il mercato farmaceutico e quello di informazione e comunicazione mostrano una riduzione della probabilità di default (rispettivamente -12%, -11% e -6%), dall’altro il rallentamento della domanda, unito a un livello di prezzi energetici ancora alti per il 2023, sembra determinare un aumento del rischio atteso per segmenti come plastica e gomma (+10%), chimico (+10%) e agricoltura (+8%).

In termini di dimensione aziendale, le probabilità di default più elevate riguardano le PMI, con stime che arriverebbero al 6,03%, ma a differenza degli anni precedenti l’aumento del rischio interesserebbe anche le grandi aziende, che passerebbero dal 2,9% di fine 2022 al 3,25% di fine 2023.

Stimata l’emissione di 13,1 miliardi di minibond da oltre 1.000 aziende

Cerved ha stimato per il 2023 anche un mercato potenziale di minibond pari a 13,1 miliardi di euro, per oltre mille (1087) possibili imprese emittenti. Miliardi che potrebbero scendere a 11,7 in caso di scenario negativo (indebolimento della congiuntura economica e persistenza di pressioni inflattive trainate dai prezzi energetici e da una politica monetaria sempre più restrittiva). Un posto di tutto riguardo occupano poi i mini green bond, che raggiungerebbero i 6,7 miliardi di euro con 537 potenziali imprese emittenti, appartenenti a settori maggiormente esposti alla transizione ecologica ed energetica: costruzioni, automotive, attività manifatturiere, fornitura di energia elettrica, gas e acqua, gestione dei rifiuti, trasporto e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività immobiliari, agricoltura, siderurgia, chimica, plastica e gomma, produzione di macchinari.

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