Le imprese con un amministratore delegato donna e con altre donne nel consiglio di amministrazione ottengono risultati migliori. È quanto emerso da uno studio realizzato sulle aziende familiari con un fatturato superiore a 50 milioni e pubblicato oggi dall’Università Bocconi di Milano.
Almeno due donne al vertice di un’azienda e i profitti aumentano fino al 18%, mentre un aumento della presenza femminile nel Cda dal 25% al 75% si traduce in una crescita dei profitti del 12%.
L’effetto è molto eterogeneo e gli studiosi rilevano che è più forte nelle piccole imprese (forse perché è più facile lasciare un segno personale), in quelle localizzate in aree con idee più progressiste del ruolo delle donne nella società e quando i consiglieri donna non provengono dalla famiglia controllante.
Due sono le possibili spiegazioni del fenomeno secondo gli studiosi che hanno realizzato la ricerca: “Primo, la presenza di consiglieri donne può far crescere l’autostima delle amministrazioni delegate, in un ambito come quello della leadership aziendale, che è considerato tipicamente maschile. Secondo, la cultura aziendale più attenta alle specificità femminili che deriva da una maggior presenza delle donne nel Cda può incoraggiare la cooperazione e lo scambio di informazioni al più alto livello, migliorando così la qualità della consulenza fornita dal consiglio stesso”.