Le imprese giovanili guardano con fiducia il futuro: assumono e investono di più e resistono meglio alle complicazioni dovute al conflitto Russia-Ucraina. Ma per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza partono in ritardo. È quanto emerge da un’indagine del Centro Studi Tagliacarne svolta su un campione di 1.600 pmi manifatturiere tra 5 e 249 addetti.
“Le imprese guidate da under 35 anni sono circa il 9% dell’intero sistema imprenditoriale. Negli ultimi anni, anche per effetto delle trasformazioni che hanno interessato il mercato del lavoro, lo sbocco imprenditoriale è divenuto più selettivo”. Sono le parole Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che aggiunge “la via dell’imprenditoria è sempre di più per i giovani frutto di una scelta consapevole, piuttosto che una sostanziale forma di auto impiego, come è stato tante volte nel passato”. “L’imprenditore giovane – evidenzia Esposito – è più aperto ad attivare le opportunità del mercato e molto più sensibile all’utilizzo delle tecnologie digitali anche nei settori più tradizionali. Certo in questi casi la più ridotta dimensione dell’impresa neocostituita richiede una maggiore attenzione delle policy per fornire un supporto di servizi necessari a farla crescere e diventare più robusta”.
Imprese giovanili: 9 su 10 prevedono un buon recupero nel 2022
Secondo l’indagine, l’86% delle imprese guidate da under 35 prevede quest’anno di ritornare ai livelli produttivi pre-Covid o addirittura di superarli, contro l’82% di quelle non giovanili. Anche perché ad oggi le imprese guidate dai giovani sono meno colpite dall’aumento delle materie prime (l’82% contro l’86%) e dai problemi di approvvigionamento connessi al loro reperimento (42% contro il 49%). Per questo il 25% stima un aumento delle assunzioni per il 2022 (contro il 21% delle altre imprese).
Per competere al meglio il 74% degli imprenditori under 35 punta ad investire nella formazione del capitale umano per sviluppare le competenze tecnico-professionali necessarie alla propria azienda nel triennio 2022-24 (contro il 71% delle altre imprese). Mentre per prepararsi a cavalcare la duplice transizione digitale ed ecologica il 36% degli imprenditori under 35 realizzerà investimenti formativi per rinnovare i propri modelli di business (contro il 31%).
I giovani alla guida di imprese sono più avanti su diversi campi rispetto agli altri loro colleghi, ma registrano un ritardo nel cogliere le opportunità previste dal Pnrr: solo il 12% delle imprese giovanili si è già attivato rispetto al 19% di quelle non giovanili. Tuttavia, si stanno muovendo per recuperare terreno, nel 2022 il 14% delle imprese giovanili ha, infatti, in programma di attivarsi, contro il 13%.
I giovani imprenditori sono più aperti all’alternanza scuola-lavoro
La strategia di puntare sul miglioramento della qualità del proprio capitale umano all’interno dell’azienda porta i giovani imprenditori anche ad aprirsi maggiormente ai soggetti della conoscenza esterni all’impresa.
Un’impresa giovanile su quattro si relaziona con Università e centri di ricerca per progetti di open innovation, che vanno dal trasferimento tecnologico alle iniziative di ricerca applicata- rispetto alle imprese non giovanili (20%). Più elevata appare pure la quota delle imprese giovanili che si interfacciano con il sistema scolastico per progetti di alternanza scuola-lavoro, stage, tirocini (39% vs 33%).