L’universo imprenditoriale femminile in Italia conta più di 1,3 milioni di imprese, rappresentando il 22,2% del tessuto produttivo nazionale nel 2023. Nonostante una leggera frenata nella crescita, le donne stanno conquistando terreno anche nei settori tradizionalmente “maschili”, soprattutto in quelli a maggior contenuto di conoscenza.
È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio per l’Imprenditorialità Femminile di Unioncamere, con il supporto di SiCamera e Centro Studi Tagliacarne. I dettagli saranno presentati nel “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, il roadshow promosso da Unioncamere con il diretto coinvolgimento dei Comitati per l’imprenditoria femminile delle Camere di commercio.
“Le imprese femminili sono una realtà importante e consolidata del sistema produttivo italiano”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Un universo che ha le carte in regola per continuare a crescere e rafforzarsi, anche grazie alle risorse messe in campo dal Mimit”.
Il quadro delle imprese femminili in Italia nel 2023
Nel 2023, si è assistito a una lieve diminuzione di 11 mila imprese femminili (-0,9%), con un calo consistente soprattutto nel settore agricolo (-6 mila imprese), nella manifattura (-2 mila) e nel commercio (-8,7mila). Invece un deciso incremento si è registrato nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche, dove il tasso di femminilizzazione ha raggiunto quasi il 20% dal 19,7% del 2022.
Settori come attività immobiliari (+1.200), noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+1.000), attività finanziarie e assicurative (+550) stanno vivendo una vera e propria espansione guidata dalle imprenditrici.
Le imprese femminili continuano a crescere inoltre in ambiti in cui la loro partecipazione è già abbastanza consolidata: l’istruzione, la sanità e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (quasi 700 unità in più nel complesso), e nelle altre attività dei servizi, comprendente i servizi per la cura delle persone (quasi 2mila in più).
Le donne imprenditrici sono giovani e intraprendenti, con il 10,6% delle imprese guidate da under 35. Il Sud Italia brilla con circa 500mila imprese femminili, quasi il 37% del totale. Sebbene di dimensioni più contenute, con il 96,3% delle aziende femminili con 0-9 addetti mentre le imprese non femminili di questa taglia sono il 94,1%), una produttività inferiore del 60% rispetto a quella delle aziende non femminili; ha un tasso di sopravvivenza inferiore (a tre anni dalla nascita, risulta chiuso il 18% delle imprese guidate da donne, a fronte del 14,7% delle altre imprese; a 5 anni, la probabilità di sopravvivenza per una impresa femminile è del 72,1% contro il 77% delle imprese non femminili).
Inoltre, cresce la tendenza verso modelli aziendali più strutturati, con le società di capitale femminili che rappresentano il 26% del totale nel 2023, in crescita dell’1,7%.
Il Giro d’Italia
Il roadshow promosso da Unioncamere che domani tocca due tappe del 2024 (dopo quelle di Padova e Terni), è ora inserito nel “Piano Nazionale dell’Imprenditoria femminile”, progetto del ministero delle Imprese e del Made in Italy e finanziato dall’Unione europea con le risorse del Next Generation Eu che Invitalia – soggetto gestore – realizza in collaborazione con Unioncamere.