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Imprese familiari: più verdi e più digitali

Lo certifica un’analisi del Centro Studi Tagliacarne delle Camere di Commercio sul capitalismo familiare – Anche nel post Covid-19 la tendenza non cambia

Imprese familiari: più verdi e più digitali

Le imprese familiari investono di più in innovazione e sostenibilità. Lo certifica un’analisi del Centro Studi Tagliacarne sul capitalismo familiare effettuata su un campione di imprese manifatturiere tra i 5 e i 499 addetti. 

In Italia, le imprese manifatturiere di proprietà familiare sono 108mila sulle 130mila complessive. Il 62% di esse ha sede al Nord, il 21% al Centro, il 17% al Sud. 

Secondo lo studio, il 18% delle aziende a proprietà familiare ha investito in tecnologie 4.0 tra il 2017 e il 2020, contro il 15% delle altre realtà produttive. Una propensione ad innovare che sale al 22% quando la gestione è affidata a un manager esterno.

Le imprese familiari sono inoltre più attente ai temi green, con il 27% di esse che ha già realizzato investimenti verdi tra 2017-2019 contro il 24% delle altre attività imprenditoriali. 

Anche nel periodo post-Covid-19, la tendenza sembra non cambiare: il 18% conta di investire in green entro il 2023 contro il 12% delle imprese non familiari. 

“Solo il 9% di queste imprese fa ricorso a manager esterni per competere sui mercati – spiega il report – Sono in particolare le aziende di medio grandi a essere maggiormente propense ad affidarsi ad una guida esterna (il 18%). E quando questo accade, è più forte la spinta all’innovazione: il 22% delle imprese familiari guidate da manager ha investito in tecnologie 4.0 rispetto al 17% delle imprese di famiglia ma con manager appartenenti al nucleo familiare. Una percentuale che sale al 24% nelle realtà imprenditoriali del Centro-Nord”.

“Le imprese familiari sono un valore per il nostro Paese e, contrariamente a quanto ritengono in tanti, rappresentano un aspetto importante di competizione del nostro sistema imprenditoriale, in particolare quando si accompagnano a un management esterno”. Lo ha sottolineato il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, che ha aggiunto “ma a fare la differenza ad innovare è soprattutto la capacità di fare networking con gli altri imprenditori, Università, Centri di ricerca e istituzioni locali. Nelle imprese con manager di famiglia la propensione ad investire in tecnologie 4.0 passa da una media del 17% al 35% in caso di elevato livello di relazionalità”.

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