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Imprese, con l’e-commerce il fatturato sale del 42%

Pixabay

Vendere prodotti e servizi online potrebbe far salire il fatturato delle piccole e medie imprese del 42%, con un aumento medio per azienda di circa 2,5 milioni di euro. In pratica, se stimiamo che i ricavi medi di un’azienda si attestino intorno ai 6 milioni, grazie al commercio elettronico si calcola che gli stessi potrebbero arrivare a oltre 8,5 milioni. Questi i calcoli contenuti nello studio dal titolo “La trasformazione digitale per il Made in Italy. Sfide e scenari in tempi di crisi” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato il 3 dicembre nel corso di un convegno pubblico online organizzato in collaborazione con Amazon Italia. dell’Istituto per la Competitività (I-Com).

L’I-Com sottolinea che le imprese che sfruttano le potenzialità dell’e-commerce hanno una probabilità doppia, statisticamente significativa, di appartenere a una classe di fatturato più elevata. Una probabilità che triplica se l’impresa è di grandi dimensioni. “Quelle che vendono online hanno l’84% delle possibilità in più di ottenere fatturati maggiori. Risultato che potrebbe tradursi in un fatturato addizionale complessivo, in termini di ecosistema produttivo, fino a 534 miliardi di euro”, si legge nello studio.

Secondo quanto si legge nel report, oltre a gonfiare il fatturato, l’e-commerce possiede altri notevoli vantaggi: consente alle imprese di raggiungere un mercato più ampio, in certi casi globale, riduce le barriere commerciali, consente di risparmiare sui costi e aumenta il flusso di cassa.

Nonostante ciò, ad oggi solo l’8,3% attualmente delle imprese italiane vende online, una percentuale che scende man mano che si riduce la dimensione dell’azienda.

Il rapporto, inoltre, si concentra sull’importanza di affiancare agli investimenti strutturali una solida e diffusa formazione digitale del personale. “Alla fine del 2019 appena il 6,4% delle imprese aveva assunto figure esperte nel settore Ict nei 12 mesi precedenti mentre una media del 16% delle aziende con più di 10 dipendenti impiegava professionisti di questo tipo. Una strategia complementare potrebbe prevedere l’alfabetizzazione del personale già assunto attraverso l’organizzazione di momenti di formazione: sempre nel 2019 solo 16,7% delle piccole imprese aveva avviato percorsi di questo tipo. La percentuale, però, si alza al crescere della dimensione dell’azienda e raggiunge il 38,4% per le medie e oltre il 60% per le grandi”, spiega lo studio.

Gli analisti dell’I-Com evidenziano infine  la necessità per l’Italia di adoperarsi in sede europea affinché il mercato unico digitale venga completato, le barriere abbattute e le normative armonizzate. 

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Categories: Economia e Imprese