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Imprese, Bankitalia: nel 2023 vendite industriali in calo dell’-1,4%, stabili i servizi. Nel 2024 atteso un lieve aumento

Imagoeconomica

Nel 2023, le vendite industriali hanno evidenziato una contrazione, particolarmente pronunciata nei settori chimico e della gomma-plastica, mentre i servizi hanno dimostrato una notevole resilienza dopo la ripresa post-pandemica. Nonostante un rallentamento nei prezzi di vendita, l’occupazione è cresciuta in modo significativo dell’1,8%. Il settore delle costruzioni ha beneficiato dell’impulso del Superbonus, con una forte crescita nella produzione nel 2023, soprattutto nelle opere pubbliche. Guardando al 2024, ci si aspetta un aumento moderato delle vendite nel settore manifatturiero, con prezzi più contenuti e un previsto calo degli investimenti. Nel settore delle costruzioni, invece, è previsto un leggero decremento nella produzione (-0,4%).

Questi sono i principali risultati emersi nell’indagine sulle imprese industriali e dei servizi di Bankitalia.

Indagine sulle imprese industriali e dei servizi nell’anno 2023

Le vendite delle imprese con almeno 20 addetti sono diminuite dell’1,4% a prezzi costanti, con un calo marcato nell’industria in senso stretto. Questo declino è stato influenzato dal rallentamento del commercio mondiale e dell’attività economica nell’area dell’euro, con una riduzione significativa nel comparto chimico e della gomma e plastica (-5,5%). Nei servizi, le vendite sono rimaste stabili dopo un forte recupero post-pandemico. La quota di aziende che ha chiuso l’anno in utile ha raggiunto l’82%, un aumento rispetto al 78% dell’anno precedente, rappresentando un livello elevato nel confronto storico sia nell’industria che nei servizi.

Prezzi di vendita

Nel 2023, i prezzi di vendita praticati dalle imprese sono aumentati in media del 3,3%, un rallentamento rispetto all’8% del 2022. Questo rallentamento è stato più pronunciato nel settore industriale (3% rispetto all’11% del 2022), particolarmente tra le imprese produttrici di beni intermedi ed energetici. Nei servizi, il rallentamento dei prezzi è stato meno marcato, con un incremento medio del 3,5% rispetto al 6% dell’anno precedente. Complessivamente, la quota di imprese che ha aumentato i prezzi di almeno il 2% è scesa al 61%, rispetto al 73% del 2022.

Occupazione e retribuzioni

Nel 2023, l’occupazione ha continuato a crescere, con un aumento dell’1,8% rispetto all’1,6% del 2022. Questo incremento è stato più significativo nei servizi rispetto all’industria. Le ore lavorate sono aumentate complessivamente del 3%, con il 62% delle imprese industriali e il 68% delle aziende di servizi che hanno registrato una crescita.

Nonostante questa crescita, le retribuzioni sono aumentate moderatamente: solo il 12% dei lavoratori ha visto un incremento della retribuzione oraria superiore al 4%, contro un tasso di inflazione del 5,9%. L’uso del lavoro a distanza è rimasto stabile, coinvolgendo il 28% delle imprese, con il 13% dei lavoratori nell’industria e il 25% nei servizi che ne hanno beneficiato.

Finanziamenti e investimenti

Nel 2023, solo poco più di un quinto delle imprese ha aumentato la domanda di finanziamenti, principalmente per investimenti, una quota inferiore rispetto al 2022 e bassa rispetto al passato. La maggiore capacità di autofinanziamento è stata evidente, con il 75% delle aziende che ha mantenuto stabile o aumentato la propria liquidità, nonostante condizioni di accesso al credito giudicate più restrittive per circa la metà delle imprese, soprattutto per i tassi di interesse. Tuttavia, l’86% delle imprese che ha richiesto prestiti ha ottenuto l’intero importo desiderato, segnalando una situazione di credito non razionato.

Gli investimenti sono cresciuti del 2,9% complessivamente, trainati da una forte espansione nel settore energetico e nei servizi, mentre sono rimasti stabili nel manifatturiero. Un significativo 40% delle imprese ha investito per migliorare l’efficienza energetica e promuovere l’uso di energie rinnovabili, rappresentando oltre un terzo della spesa totale, con un’attenzione particolare alle imprese che hanno subito danni da eventi atmosferici straordinari.

Il 45% delle aziende ha orientato i propri investimenti verso tecnologie avanzate, come la robotica e l’intelligenza artificiale, evidenziando un trend di crescita rispetto agli anni precedenti. Infine, il 54% delle imprese ha usufruito del credito d’imposta del programma Transizione 4.0 per beni strumentali, ricerca e sviluppo, evidenziando un sostegno significativo alle iniziative innovative aziendali.

Settore delle costruzioni

Nel 2023, le imprese di costruzione hanno visto una crescita robusta della produzione (+11%), con un notevole impulso sia nelle costruzioni private (+10%) che nelle opere pubbliche (+13%). Questo aumento è stato supportato dal “Superbonus”, che ha incentivato lavori significativi nel settore residenziale.L’anno si è concluso positivamente per l’83% delle imprese, che hanno registrato utili. Il numero di occupati è cresciuto del 1,4%, soprattutto nel Mezzogiorno, e nonostante condizioni di indebitamento percepite come più restrittive, quasi l’80% delle imprese ha ottenuto il finanziamento richiesto.

Previsioni per il 2024

Per il 2024, le imprese prevedono una crescita modesta delle vendite complessive (+0,2%), trainata principalmente dal settore manifatturiero (+1,0%) mentre i servizi potrebbero registrare un leggero calo (-0,6%). I prezzi di vendita dovrebbero continuare a rallentare, con un aumento medio previsto del 2,3% (2,0% nell’industria e 2,5% nei servizi), e solo metà delle imprese prevede aumenti superiori al 2%.

Gli investimenti mostrano un ritmo di crescita più contenuto rispetto al 2023 (+0,8%), con un aumento più marcato nei servizi, soprattutto tra le grandi aziende, e una diminuzione nel manifatturiero, soprattutto tra le Pmi.

L’occupazione continua a crescere in tutti i settori e regioni, con un aumento complessivo dell’1,6% nel numero di occupati. Tuttavia, quasi una su cinque imprese prevede difficoltà significative nella ricerca di manodopera qualificata nel 2024, soprattutto nei settori dell’ospitalità, della logistica e della metalmeccanica.

Per il 2024, il settore delle costruzioni prevede un lieve calo nella produzione (-0,4%), concentrato soprattutto nelle Pmi e nell’edilizia privata mentre si prevede un incremento del 9% nelle opere pubbliche. La spinta del Superbonus dovrebbe attenuarsi, con solo il 39% delle imprese del settore residenziale che prevede di beneficiarne, e per quasi tre quarti di queste imprese l’incentivo riguarderebbe meno di un terzo della produzione. Nonostante queste previsioni di rallentamento, l’occupazione nel settore delle costruzioni è destinata a crescere ulteriormente, con un aumento previsto del 2% nel 2024.

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Categories: Economia e Imprese