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Imprese: +20mila nel II trimestre, ma -32% sul 2019

L’analisi Movimprese sui dati Unioncamere-Infocamere consegna un bilancio positivo tra aperture e chiusure, ma rispetto allo scorso anno il rallentamento è pesante – A contribuire al saldo è soprattutto il Sud – A livello territoriale, spicca il commercio

Imprese: +20mila nel II trimestre, ma -32% sul 2019

Positivo, anche se in rallentamento, nel secondo trimestre 2020 il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese italiane. Ad aprile maggio e giugno il numero è aumentato di 19.855 unità contro le oltre 29mila del 2019. A contribuire al risultato è soprattutto il Sud, nonostante occorra segnalare che si tratta del dato più basso degli ultimi 10 anni. 

È quanto emerge dall’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.

A Pesare sulla nati-mortalità delle imprese è l’effetto Covid-19 che già nel primo trimestre aveva avuto pesanti ripercussioni. “Tra aprile e giugno prosegue, infatti, l’indebolimento della voglia di fare impresa degli italiani – spiega Movimprese – con 57.922 iscrizioni di nuove imprese contro le 92.150 del secondo trimestre 2019, il 37% in meno. Contestualmente frenano, in misura ancora più accentuata, le cancellazioni che si attestano a 38.067 quest’anno rispetto alle 62.923 dell’anno precedente, il 39,5% in meno”. 

All bilancio trimestrale ha contribuito soprattutto l’artigianato (32,5%), che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di 6.456 imprese (18.943 le iscrizioni di nuove imprese contro 12.487 cessazioni).

Dal punto di vista territoriale è il Mezzogiorno a mettersi in evidenza: le 8.905 imprese in più del Sud rappresentano, infatti, il 45% dell’intero saldo nazionale. Per quanto riguarda le singole Regioni, al primo posto c’è la Campania, con con 3.143 imprese in più rispetto al 31 marzo scorso. A seguire ci sono Lazio (+2.386), Lombardia (+1.920) e Puglia (+1.859). 

Anche a livello settoriale, i saldi attivi coinvolgono tutti i macro comparti. “Primo in classifica” è il commercio (+6.291), seguito dalle costruzioni (+5.222) e dai servizi di alloggio e ristorazione (+3.425). In termini percentuali, l’avanzamento più sensibile (+1,4% su base trimestrale) si registra nei servizi alle imprese (2.944 le imprese in più), seguiti dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,3% l’incremento nel trimestre, pari a 2.828 imprese in più) e dalle attività finanziarie e assicurative (+1,1% corrispondente ad un aumento di 1.366 unità).

Infine, parlando della forma giuridica, delle circa 20mila imprese in più alla fine del trimestre, il 65% circa ha la forma dell’impresa individuale (12.972 unità). Arretrano invece le società di persone (-1.230 unità, pari ad una riduzione dello 0,13% dello stock di imprese di questo tipo).

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