Ancor prima d’iniziare, l’assemblea degli azionisti Impregilo ha regalato le prime scintille. Ai due angoli del ring, come sempre, Gavio (che ha in tasca il 29,959% attraverso Igli) e Salini (al 29,949%), ormai da tempo in lotta per conquistare il potere assoluto ai vertici del primo general contractor italiano. Pronti, partenza, via. Appena sventolata la bandiera a scacchi dell’assemblea – partita con un’ora e mezza di ritardo – Gavio ha chiesto di rinviare tutto al 3 settembre.
L’obiettivo era di prendere tempo, in attesa che il 22 agosto Vincenzo Peroziello, giudice civile di Milano, si esprima in modo definitivo sul ricorso di Gavio contro le deleghe raccolte da Salini.
Ieri intanto lo stesso Tribunale civile del capoluogo lombardo aveva respinto il ricorso d’urgenza presentato da Igli, che voleva bloccare le deleghe del gruppo romano già per l’assemblea di oggi. Questa mattina, invece, sono stati bocciati altri due ricorsi d’urgenza presentati da Salini contro Igli, accusata d’aver stretto un patto segreto con alcuni soci di minoranza (tra cui Mediobanca e Banca Carige) per ottenere il controllo di Impregilo.
“Si è fatto di tutto per cercare di bloccare questa assemblea, per evitare che i soci si esprimano. Noi abbiamo raccolto oltre 870 deleghe, ci vuole rispetto per i tanti soci arrivati da lontano”. Queste le parole di Pietro Salini, che ha chiesto ai soci di non accogliere la richiesta di rinvio avanzata da Gavio.
Nella riunione di oggi – convocata su richiesta del gruppo romano – i soci dovranno decidere se rivoluzionare o meno il Consiglio d’amministrazione. Determinanti saranno i voti dei fondi (come Amber Capital, salito al 7,261% del capitale) e delle banche.
“E’ stata esercitata ogni tipo di pressione possibile e immaginabile sui soci che hanno dato le deleghe a Salini per far loro cambiare idea – ha aggiunto Salini -. Non mi risulta che questo si possa fare, è profondamente scorretto”.
In assemblea si stanno susseguendo gli interventi dei vari soci, come quello del legale Sergio Erede (vicino a Salini) per conto del socio Marelli, che ha definito la proposta del gruppo Gavio “non inattesa ma quanto mai inopportuna, a dimostrazione dello scarso rispetto per il mercato dell’azionista Igli. La proposta di rinvio dell’assemblea è pretestuosa, infondata e illegittima”.
Tanti piccoli azionisti vorrebbero invece l’armistizio, nella speranza che un accordo fra i due grandi nemici sia ancora possibile.