Boccata d’ossigeno da 430 milioni di euro per i gestori degli impianti di risalita, che – causa Covid – sono stati costretti alla chiusura dal 4 dicembre al 30 aprile. La Commissione europea ha infatti approvato il pacchetto di aiuti a titolo di risarcimento varato dal governo italiano.
In Italia esistono 5.788 km di piste: i comprensori sciistici sono serviti da 1.754 impianti di risalita che generano un giro d’affari intorno a 1,2 miliardi di euro. occupando direttamente oltre 14 mila persone, cui si aggiungono altri 2mila lavoratori nelle attività connesse.
In base al regime di sostegno vidimato dall’esecutivo comunitario, i gestori degli impianti di risalita avranno diritto al risarcimento sottoforma di contributi diretti per parte dei mancati introiti nel periodo in questione. Ma a precise condizioni:
- le autorità italiane dovranno verificare che gli aiuti non siano superiori al dovuto, evitando la cosiddetta “sovra-compensazione” e garantendo che nessun singolo beneficiario riceva un risarcimento maggiore dei danni che ha subito;
- che venga recuperato qualsiasi pagamento in eccesso rispetto al danno effettivo.
Se non rispetterà queste condizioni, l’Italia incorrerà in procedure d’infrazione per aiuti di Stato contrari alle regole comunitarie vigenti.