Il mercato immobiliare europeo corre, ma quello italiano arranca, penalizzato dalla cautela degli investitori esteri e dall’incertezza sulle politiche del nuovo governo in materia. E’ quanto emerge dall’European Outlook 2019, presentato in apertura del 26° Forum organizzato da Scenari Immobiliari a S. Margherita Ligure. Nel 2018, nei principali Paesi dell’Ue (compreso il Regno Unito, nonostante Brexit), la stima è di un ulteriore rafforzamento della crescita del fatturato del settore, di oltre dieci punti percentuali. Per il 2019 la previsione sarà invece di un fisiologico rallentamento, che dovrebbe comunque segnare ancora una crescita positiva di almeno sette punti rispetto all’anno in corso.
Nel dettagli, il fatturato immobiliare del 2018 prevede risultati positivi nei principali cinque Paesi europei, con un’accelerazione in Francia e Germania, seguite da Spagna e Inghilterra, che si è posizionata ultima con l’8,7 per cento in più sul 2017. Molto più lento il ritmo dell’Italia, che si distacca di oltre tre punti percentuali, con crescita del 5,3 per cento nel 2018 e prevista ancora rallentamento nel 2019, con un aumento per 4,8 per cento per il prossimo anno. Per il 2019 Germania e Spagna manterranno un ritmo sostenuto, con aumenti sopra l’otto per cento, mentre seguiranno a ritmi più calmierati Francia e Inghilterra, con circa il sette per cento in più sul 2018. Anche l’Unione europea a 28 membri ha registrato un andamento positivo, ma con variazioni meno significative rispetto alle cinque potenze, pari al +4,7 per cento nel 2018 e + 3,1 per cento nel 2019.
Sempre secondo l’analisi di Scenari Immobiliari, anche l’andamento dei prezzi medi residenziali rispecchia quello del fatturato, con aumenti intorno al 5 per cento in Francia, Germania e Spagna per l’anno in corso, mentre l’Italia, invece, è l’unico Paese ancora in calo, anche se la contrazione va progressivamente riducendosi, facendo stimare per l’anno prossimo un arresto della discesa delle quotazioni. Oltre Oceano, gli Stati Uniti godono di un periodo florido dal punto di vista economico e immobiliare, con previsioni di crescita ogni anno superiori, e un aumento del fatturato del 12,1 per cento per il 2019. Stessa tendenza per i prezzi del comparto residenziale, con un rialzo atteso del 6,8 per cento nel 2019.
Pure le compravendite di abitazioni sono in una fase del ciclo molto positiva in tutti i principali Paesi della Ue, con un incremento medio che a fine 2018 tocca gli 8 punti percentuali dopo l’aumento dell’11 per cento del 2017 sul 2016. L’Italia è in costante aumento anche nel 2018, dopo la somma di 53 miliardi raggiunto nel 2017, anche se i primi mesi dell’anno hanno frenato il ritmo di crescita. In diminuzione anche la percentuale di surroghe, che non costituiscono più una grande quota delle stipule, ma le stime di settore rimangono positive per gli importi.
Il mercato immobiliare italiano, secondo Scenari Immobiliari, è rallentato dalla carenza di prodotto di qualità, sia nel nuovo residenziale (sceso sotto il 10 per cento dell’offerta) che nel non residenziale, soprattutto nelle grandi città. Gli investitori esteri hanno ancora un sentiment positivo nei confronti dell’Italia e nel primo semestre hanno acquisto (per due terzi uffici e il resto commerciale) per quasi due miliardi di euro. È quasi la metà rispetto allo scorso anno. Gli investitori istituzionali italiani (fondi e assicurazioni) hanno comprato per poco più di un miliardo. La contrazione rispetto allo stesso periodo del 2017 è pari al 48,2 per cento. “Al momento non è una ‘fuga’ dall’Italia – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, presentando il Rapporto – ma una contrazione fisiologica rispetto ad un anno straordinario come il 2017 e al drastico calo del prodotto di qualità sul mercato. Tra i fatti nuovi la maggiore attenzione verso Roma, con la ricerca di immobili di alto livello da trasformare in alberghi”.
“Il 2018 si è confermato positivo per il mercato immobiliare italiano – ha tuttavia spiegato Mario Breglia – anche se investitori e famiglie si sono mostrati più cauti rispetto al 2017. L’incertezza su quali saranno le politiche fiscali e occupazionali del nuovo governo mette un freno alle prospettive. Il mercato soffre della carenza di prodotto nuovo e di qualità. Escluso Milano, i prezzi delle case non salgono e le prospettive sono di una prosecuzione del trend anche il prossimo anno”.