Il mercato immobiliare italiano torna nel mirino degli investitori esteri, ma si tratta di un interesse opportunistico e, probabilmente, tale rimarrà nei prossimi due-tre anni. Questa l’opinione di Massimo Caputi, vicepresidente di Prelios, chiamato a commentare in un convegno il ritorno di interesse per l’Italia emerso nell’ultimo anno da parte di molti fondi esteri.
Ultimo in ordine di tempo l’americano Blackstone, che, secondo indiscrezioni riportate oggi dal Sole 24 Ore, sarebbe pronto a mettere sul piatto 800 milioni di euro per acquistare un pacchetto di immobili pubblici italiani.
“Penso che l’Italia resterà preda di investitori esteri con ottica opportunistica anche nei prossimi due-tre anni – ha detto Casputi –. Anche noi siamo in contatto con alcuni investitori esteri ma la loro logica è puramente opportunistica”.
Nel 2013 i volumi degli investimenti nel real estate italiano sono più che raddoppiati rispetto al picco minimo dell’anno precedente. Secondo i dati di Jones Lang LaSalle, dagli 1,8 miliardi del 2012 si è passati a 4,5 miliardi di euro, in linea con la media degli ultimi dieci anni. Anche la tipologia degli investitori è cambiata, con un deciso incremento nel 2013 della componente estera, tornata a bilanciare quella domestica.
Tra i motivi che frenano il mercato e il suo appeal, sostiene ancora Caputi, figurano la cronica incertezza normativa che affligge il settore e l’assenza di acquirenti nazionali: “Le banche italiane continuano a non dare finanziamenti per le operazioni immobiliari. Noi facciamo operazioni full-equity per conto di investitori esteri oppure operazioni a debito con banche estere”.
Secondo l’imprenditore, un elemento che potrebbe dare movimento al mercato sarà la conclusione dell’asset quality review imposta dalla Bce alle banche, che “dovranno allineare i valori degli asset in portafoglio e potranno così iniziare a vendere”.
Incentivare gli investimenti nel mercato residenziale potrebbe essere, secondo Caputi, un altro modo per attrarre investitori di lungo termine: “È fondamentale che vengano creati dei meccanismi di incentivazione per consentire agli investitori istituzionali di investire nel settore residenziale. In Germania e in America circa l’82% della popolazione è in affitto, mentre in Italia l’80% delle persone sono proprietarie. I modelli operativi sono elementari, bastano poche norme per avere un flusso stabile di capitali verso case da locare”.