La crisi del mattone italiano sembra essere diventata miele per gli investitori stranieri. Lo rileva oggi il Wall Street Journal.
Da gennaio a inizio ottobre, ci sono stati investimenti esteri nell’immobiliare per 2,75 miliardi di euro, la cifra più grossa dal 2007 a questa parte. I dati sono di Real Capital Analytics.
Stando a quanto scrive il quotidiano americano, con la maggiore fiducia sulla ripresa della zona euro, gli investitori hanno sempre più intenzione di comprare in Paesi più a rischio come Spagna e Italia.
I protagonisti dei più grandi affari del 2013 sono investitori che non avevamo mai comprato in Italia. Per esempio, a inizio ottobre Morgan Stanley, non attiva nella compravendita di immobili italiani dal 2007, ha fatto sapere di aver acquisito la quota di maggioranza di 13 centri commerciali per un valore di circa 635 milioni di euro.
A maggio Allianz ha comprato due edifici a Milano e Roma. Non faceva investimenti del genere in Italia dal 2008. E dopo questo affare da 90 milioni di euro, la compagnia assicurativa tedesca vuole spendere altri 500 milioni di euro nel mattone, fa sapere Mauro Montagner, ad di Allianz Real Estate Italy.
Secondo le informazioni del Wall Street Journal, Blackstone, che negli ultimi mesi ha investito in centri commerciali nel nord Italia, starebbe trattando il possibile acquisto della storica sede del Corriere della Sera per 120 milioni di euro.
Ma non tutti vedono l’Italia come l’Eldorado dell’immobile. Molti investitori sono scoraggiati da un sistema politico ed economico in cui spesso c’è mancanza di trasparenza e di regole chiare.
Eppure, la Penisola continua a essere attraente. In posti come l’Inghilterra, la Germania e la Svezia, i prezzi sono tornati in alcuni casi a livelli pre-recessione, con rendimenti intorno al 5%. Al contrario, mercati come Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia avrebbero ancora rendimenti del 7,3% per le abitazioni e dell’8,4% per gli uffici.