C’è aria di sovranismo in Europa. I partiti di destra stanno conquistando elettori. Le recenti elezioni politiche in Germania hanno favorito la destra nazionalista (Alternative pur Deutschland) rispettando le attese elettorali. La francese Marine Le Pin, in testa nei sondaggi, rischia di non essere candidabile nelle prossime elezioni francesi. Sarebbe l’effetto della sentenza del Tribunale che l’ha condannata per l’uso privato di fondi pubblici (UE), tuttavia Marine Le Pen conta sull’appello del prossimo anno per essere nuovamente eleggibile. Non dimentichiamo, infine, il nostro governo che è pure sovranista, flirta con Victor Orban e tende ad avere buoni rapporti con Trump. Questa situazione consente alla nostra Premier di prendere contatto con la Casa Bianca per affrontare la delicata questione dei dazi, cercando una mediazione per noi europei.
A proposito dell’Europa, questa diffusa matrice sovranista nei Paesi, che formano l’Unione, non depone certamente a favore di un modello federale. Nemmeno consente di completare quegli investimenti a cominciare dalla Difesa dal momento che la Nato intende limitare la sua presenza in Europa.
Cosa c’è dietro l’affermazione del sovranismo in Europa
La domanda da porsi è come mai questa affermazione del sovranismo nel nostro continente. Le cause sono molteplici ma alcune meritano una riflessione.
Una prima ragione che spiega queste scelte dei governi riguarda, in particolare l’insicurezza. La crisi del 2008-2009, ma soprattutto i flussi migratori provenienti dai paesi poveri e dai teatri di guerra, hanno creato questo senso di insicurezza, quasi di paura. Gli sconvolgimenti geopolitici, dopo il periodo di sviluppo trainato dalla globalizzazione, oltre all’incapacità dei governi di gestire l’immigrazione irregolare hanno concorso a creare nei cittadini la sensazione che il futuro sarà peggiore del presente. Nascono così le aspettative decrescenti!
A tutto questo, si aggiunge nei paesi occidentali la vecchiaia della popolazione. Nel 2023 l’età mediana della popolazione dell’Unione Europea era arrivata, secondo i dati della Commissione, a 44,5 anni. E pensare che in Nigeria l’età mediana si ferma a 19,3 anni. Naturale quindi che invecchiando nascono e si sviluppano le lamentazioni, “si perdono i valori di una volta e i giovani non rispettano più nulla”.
Non dimentichiamo poi il crescente assenteismo alle votazioni. Un altro modo di disaffezione che dà spazio al sovranismo. Fenomeno che interessa da anni il nostro paese e che alimenta il dibattito politico. D’altronde, la continua crescita del numero di persone che si astengono dal voto costituisce comprensibilmente un elemento di preoccupazione rispetto al grado di legittimità del sistema rappresentativo. I risultati elettorali, infatti, mostrano come la coalizione che ha ricevuto più voti e che otterrà la maggioranza parlamentare ha raccolto il consenso di poco più di 1 elettore su 4.
La necessità di lavoratori stranieri qualificati
Paradossalmente sia l’America che gli Stati membri dell’Unione stanno vivendo un calo demografico di dimensioni storiche con relativa mancanza di lavoratori in settori high-tech e ad alta intensità di lavoro. L’immigrazione crea paura, ma di immigrati purtroppo abbiamo bisogno.
Manca nel nostro Paese un processo di accoglienza e di inserimento degli immigrati, sebbene il decreto Cutro consenta, pur con molti limitazioni, di far entrare lavoratori stranieri fuori quota. In genere, si tratta di personale di basse qualifiche e in numero ridotto. La Confindustria di Bergamo opera alla grande. I giovani reclutati sono circa un centinaio, provengono da Egitto ed Etiopia, e molti hanno un diploma. Già da ora le aziende bergamasche se li contendono. Frequenteranno per due anni l’ITS e avranno già garantita anche la casa.
Ci si prepara quindi a far entrare “personale preparato” cercando di essere pronti quando il calo demografico farà sentire i suoi pericolosi effetti. Un esempio che la Confindustria nazionale intende perseguire.