Clamorosa assoluzione. Il Gup del tribunale di Milano, Lidia Castellucci, al termine del processo con rito abbreviato, ha assolto Fabio Riva, uno dei componenti della famiglia ex proprietaria dell’Ilva di Taranto, nonché ex presidente del gruppo. Al centro del processo c’erano due accuse di bancarotta relative proprio all crac della holding che controllava il più grande gruppo siderurgico d’Europa, in seguito commissariato per poi essere venduto ad ArcelorMittal. Il “fatto non sussiste” hanno stabilito i giudici. La procura di Milano, che aveva chiesto una condanna superiore a 5 anni di reclusione, ha già preannunciato ricorso in appello dopo le motivazioni. Motivazioni attese con fibrillazione da tutti, dato che potrebbero avere ripercussioni anche sul futuro dell’acciaieria tarantina, già in bilico dopo la decisione del Governo Lega-M5S di revocare l’immunità penale per i nuovi gestori.
Nell’ottobre del 2017 Fabio Riva, difeso nel processo abbreviato anche dal legale Gian Paolo Del Sasso, e il fratello Nicola Riva si erano visti respingere dall’allora gup Chiara Valori la richiesta di patteggiamento (rispettivamente a 5 e a 2 anni), concordata con la Procura, nell’ambito del filone di indagine principale dell’inchiesta milanese sulla bancarotta, ritenendo la pena “incongrua”. La prima bocciatura da parte di un altro giudice risaliva al febbraio del 2017.
“Siamo molto soddisfatti”, hanno commentato i legali di Fabio Riva. Nel caso in cui venisse confermata in Cassazione, potrebbe spingere Nicola Riva a chiedere la revisione del giudizio nei suoi confronti. Nicola Riva si è visto ratificare un patteggiamento a 3 anni di reclusione per l’accusa di bancarotta.
In questo contesto occorre ricordare che nel maggio del 2017 aveva patteggiato 2 anni e mezzo anche Adriano Riva, fratello di Emilio, l’ex patron del colosso siderurgico scomparso nel 2014, firmando inoltre la transazione di rinuncia a quegli 1,1 miliardi sequestrati nell’inchiesta sul crac della holding che controllava l’Ilva. La somma è stata poi utilizzata per la bonifica ambientale dell’area su cui sorge lo stabilimento tarantino.
Per gli altri membri della famiglia Riva ancora indagati dalla procura di Milano si potrebbe aprire la strada di una richiesta di archiviazione.
L’assoluzione di Fabio Riva – che a suo carico per la vicenda Ilva ha anche una condanna definitiva a 6 anni e tre mesi per truffa ai danni dello Stato – “secondo i suoi legali Salvatore Scuto e Gian Paolo Del Sasso non cambierà la sorte dell’accordo transattivo sugli 1,2 miliardi”, riferisce Reuters. La ex Ilva, ora di proprietà del gruppo ArcelorMittal, era stata dichiarata insolvente nel 2016 dopo essere stata posta in amministrazione straordinaria nel gennaio del 2015. La gestione commissariale era arrivata grazie a un decreto ad hoc firmato dal governo Renzi,necessario per salvaguardare operatività e occupazione dopo dopo l’apertura delle indagini per disastro ambientale della procura di Taranto. Ma tra gli eredi Riva e gli Amenduni si preannuncia una bbatglia di fuoco con l’esproprio.