“Ho deciso che congeleremo il negoziato sull’Ilva aspettando la decisione del Tar di Lecce sull’impugnativa del governatore della regione Puglia, Emiliano, e del Comune di Taranto”. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda durante l’assemblea della Cgil sull’acciaio.
Martedì sera Calenda aveva pesantemente criticato il ricorso di Regione Puglia e Comune di Taranto contro il decreto ambientale per la cittadina: “Continua la sistematica e irresponsabile opera di ostruzionismo delle istituzioni locali pugliesi. Si tratta credo del primo caso al mondo in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne beneficerà. Spero vivamente che Regione e Comune abbiano ben ponderato le possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse”. Il titolare dello Sviluppo ricorda che sono in ballo 1,2 miliardi di investimenti industriali, oltre a 2,3 miliardi di investimenti di riqualificazione ambientale e 20.000 posti di lavoro. Secondo il governo l’impugnativa del Dpcm decisa dalle amministrazioni locali “mette a rischio l’intera operazione di cessione e gli interventi a favore dell’ambiente. Nonostante la presentazione dettagliata di piano ambientale e industriale fatta al tavolo istituzionale del Ministero, peraltro disertato all’ultimo minuto dal Sindaco di Taranto, l’impegno preso a convocare un tavolo dedicato a Taranto e l’anticipo dei lavori di copertura dei parchi confermato oggi dai commissari”.
Anche secondo il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, “la scelta del Governatore della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al Tar è da irresponsabili. Affidare al Tar il proprio disappunto per essere in un tavolo parallelo a quello col sindacato è un atteggiamento infantile e grave. Non si può trascinare una vicenda in cui è in ballo il risanamento ambientale e la difesa di migliaia di posti di lavoro a capricci per la propria visibilità politica. La Regione Puglia ha tante possibilità e responsabilità da esercitare per dare il proprio contributo positivo. Oggi ha deciso di buttare la palla in tribuna a danno di ambiente, occupazione e sviluppo. Prenda esempio dalle altre quattro regioni coinvolte che hanno ben accolto la loro partecipazione al tavolo istituzionale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Fim Cisl di Taranto-Brindisi, Valerio D’Alò: «Questo atteggiamento di Emiliano non fa altro che allungare i tempi per l’ambientalizzazione del territorio. Adeguare la fabbrica in fretta dovrebbe essere un obbiettivo comune. Ricorrere al Tar significa rinviare l’attuazione delle prescrizioni Aia, ivi compresa la copertura dei parchi minerali. Decisione, quella del Presidente della Regione Puglia – conclude D’Alò – che nello stesso tempo penalizza oltremodo tutti quei lavoratori, dei tubifici e non solo, a casa gravati dal peso degli ammortizzatori sociali».