Il decreto sulle “disposizioni urgenti” per il risanamento dell’Ilva è legge. Dal Senato è arrivato oggi il via libera definitivo con 247 sì e 20 no. Soltanto la Lega ha votato contro. Su piatto ci sono 396 milioni di euro, 120 dei quali messi a disposizione dalla Regione Puglia. Il maxi stanziamento è previsto per una serie di interventi di bonifica nella disastrata area di Taranto, ma anche per sostenere il rilancio industriale, con particolare attenzione allo sviluppo del porto mercantile.
Il senatore del Pd Salvatore Tomaselli, relatore del provvedimento, auspica “che i lavori per la definizione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale a cui si sta lavorando al ministero dell’Ambiente, si concludano al più presto. Da essa può giungere la risposta concreta a quanto disposto dalla magistratura e anche alla necessità di assicurare che la produzione non si fermi, prospettiva che avrebbe danni incalcolabili sull’intero sistema industriale del Paese e sull’occupazione”.
“Tocca ora all’azienda – ha proseguito Tomaselli -, però, al pari di quanto hanno fatto finora governo, magistratura e istituzioni locali, fare fino in fondo la propria parte realizzando non più rinviabili investimenti tecnologici per soddisfare le condizioni perché l’Ilva possa continuare a produrre in sicurezza”.
Intanto, nello stabilimento siderurgico, i nove operai che per alcuni giorni hanno occupato in segno di protesta la passerella dell’altoforno 5 (il più grande d’Europa) e la torre del camino E312 a circa 60-70 metri d’altezza hanno sospeso la loro protesta dopo l’incontro avuto con il prefetto di Taranto Claudio Sammartino, il questore Enzo Mangini ed il presidente dell’azienda Bruno Ferrante.
“La protesta termina – hanno detto gli operai dopo l’incontro – perché abbiamo ricevuto le rassicurazioni che chiedevamo ai rappresentanti del governo in città e all’azienda”.