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Ilva, Gualtieri: “Whatever it takes per salvarla”

Imagoeconomica

Caos Ilva, interviene il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e lo fa alla maniera di Mario Draghi: “Penso che un Paese serio debba fare tutto il possibile e il necessario per evitare quello che sarebbe un esito negativo drammatico. Mi è piaciuto il titolo di un quotidiano che ha citato le parole dell’ormai ex presidente della Bce, Mario Draghi: whatever it takes…”.

Gualtieri lo ha detto nel corso dell’audizione sul dl fisco, rispondendo a domande dei deputati sulla situazione dell’ex Ilva, sulla quale comunque le nubi all’orizzonte sono ancora tante. Dopo che la holding franco-indiana ArcelorMittal ha deciso – a seguito del venir meno dello scudo penale, per iniziativa dei parlamentari Cinque Stelle ePd della Puglia – di tirarsi indietro, a poco più di un anno dal suo arrivo a Taranto, e restituire l’azienda allo Stato, non stanno mancando le polemiche: in gioco ci sono oltre 4 miliardi di investimenti al Sud, decine di migliaia di posti di lavoro, la salvaguardia di un settore strategico per l’industria come quello della produzione di acciaio e, motivo della discordia, la questione ambientale.

“Non permetteremo ad Arcelor Mittal – ha detto a questo proposito, scrivendolo su Facebook, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli – di ricattare lo Stato italiano mettendo sul piatto oltre 5 mila esuberi. Gli impegni vanno mantenuti e i cicli produttivi in flessione possono essere accompagnati con strumenti di sostegno, non licenziando le persone. Specialmente quando un anno prima si è firmato un accordo per la piena occupazione. C’è una cosa che in Italia non cambia mai: anche quando una multinazionale accampa scuse strumentali e prende in giro lo Stato, statene pur certi, la valanga di fango su chi lavora ai problemi reali dei cittadini si abbatterà sempre. Passata però la sbornia da insulto libero, volevo raccontare un po’ di verità, che nonostante tutto non guasta mai”.

“Pretendiamo rispetto impegni su Ilva, saremo inflessibili”, ha aggiunto il premier Giuseppe Conte, il quale esclude il rientro in gioco di Jindal (che giovedì arriva a Roma e che è caldeggiato da Matteo Renzi). Italia Viva intanto annuncia un emendamento per reintrodurre lo scudo penale, mentre il Pd spinge per lo scudo soft. Tra i 5 stelle continua a prevalere la resistenza alle richieste della multinazionale. 

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Categories: Economia e Imprese