Condividi

Ilva, Catricalà: ricorso del Governo alla Consulta contro decisioni Gip

Il sottosegretario: “Chiederemo alla Corte Costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale” – Passera: “La chiusura sarebbe un danno irreparabile” – Clini: “L’autorità competente è il ministro dell’Ambiente e va rispettata” – Severino chiede gli atti del Tribunale.

Ilva, Catricalà: ricorso del Governo alla Consulta contro decisioni Gip

Il Governo dice di non volere lo scontro con la magistratura sul caso Ilva, ma quello che si prospetta non è esattamente un idillio. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha rivelato questa mattina al Gr1 che l’Esecutivo potrebbe far ricorso alla Corte Costituzionale. Nel mirino ci sono i provvedimenti del Gip di Taranto, Patrizia Todisco, che ha imposto alla fabbrica di sospendere l’attività, togliendo anche all’ex prefetto Bruno Ferrante l’incarico di commissario. Confermato quindi il sequestro di sei aree dello stabilimento siderurgico, disposto nell’ambito dell’inchiesta sul presunto inquinamento legato alle emissioni di diossina.

“Partiamo dal presupposto che la tutela della salute e dell’ambiente sia un valore fondamentale che anche il Governo vuole perseguire e anche dal presupposto che noi rispettiamo le sentenze dei giudici – ha detto il Catricalà -. Però, alcune volte queste sentenze non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire: chiederemo alla Corte Costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale”. 

Per il sottosegretario, “la chiusura immediata sarebbe un fatto gravissimo per l’economia nazionale. Non solo per la Puglia, ma per l’intera produzione dell’acciaio in Italia”. Sulla stessa linea il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che in un’intervista a La Stampa ha definito la chiusura un “danno irreparabile”. La linea del Governo è quindi di garantire il risanamento ambientale evitando a tutti i costi che questo implichi la sospensione totale dell’attività.  

“Abbiamo stabilito con un decreto legge in linea con un orientamento preciso del Tribunale della Libertà di continuare le lavorazioni che non sono dannose, che non sono nocive e nel frattempo cominciare seriamente la politica di risanamento – ha ricordato ancora Catricalà -. E abbiamo stanziato centinaia di milioni proprio per questo. Questo decreto legge resterebbe privo di qualsiasi valore se l’industria dovesse smettere di lavorare, se il forno si dovesse spegnere”. 

La posizione meno diplomatica è però quella del ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che intervenendo su Rai1 ha detto chiaramente di “non condividere la posizione del Gip, che non è per il risanamento ma per lo spegnimento degli impianti. Vanno rispettate le leggi e l’autorità competente è il ministro dell’Ambiente, insieme con la Regione. C’è una distinzione di ruoli molto chiara” con la magistratura “e credo che vada rispettata”.

Intanto il premier Mario Monti, che sta coordinando personalmente l’azione dell’Esecutivo sul caso Ilva, ha chiesto ai ministri competenti di recarsi a Taranto il 17 agosto. Oltre a Passera e Clini, arriverà nel capoluogo pugliese anche il titolare della Giustizia, Paola Severino, che oggi ha chiesto di acquisire i due provvedimenti del Gip.

I tre ministri “dovranno parlare con il Presidente della Regione, con la Provincia, con il Comune – ha concluso Catricalà -. Speriamo che possano parlare anche con il Procuratore della Repubblica. È chiaro che dovranno parlare anche con Ilva. La missione è molto importante e potrebbe anche servire a evitare il ricorso alla Corte Costituzionale”.

Commenta