Annullato il tavolo sull’Ilva. “Non possiamo accettare, come governo, nessun passo indietro sulle retribuzioni e sugli scatti di anzianità acquisiti”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha annullato il tavolo di confronto sull’Ilva con azienda e sindacati, spiegando che Arcerlor Mittal non ha mantenuto gli impegni presi sul fronte delle retribuzioni e degli scatti di anzianità.
“L’apertura del tavolo in questi termini è irricevibile – ha detto Calenda – Bisogna ripartire dall’accordo di luglio, dove si garantivano i livelli retributivi. Se non si riparte da quell’accordo la trattativa non va avanti”.
Per il ministro, secondo quanto riportato da fonti sindacali, l’azienda dovrà tornare al tavolo dopo il confronto con gli azionisti. Se questo non dovesse avvenire “il governo sarebbe pronto a mettere in campo tutte le sue prerogative per il rispetto degli impegni presi”.
Pronta è arrivata la risposta di Arcelor Mittal: “Venerdì abbiamo firmato congiuntamente con i Commissari Straordinari di Ilva na notifica formale ai sindacati nel quale è stato ribadito il nostro impegno ad assumere 10mila persone nella nuova Ilva”.
“Siamo contrariati – si legge nella nota della società lussemburghese – dal fatto che non abbiamo potuto iniziare la negoziazione. Comprendiamo l’importanza dei livelli occupazionali per il Paese e infatti abbiamo mostrato flessibilità, modificando il numero degli occupati della nostra offerta originaria”.
Parole dure anche da Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici della Fim Cisl: “Sapevamo che il negoziato sarebbe stato durissimo, ma con queste premesse più che un’intesa ravvisiamo solo la volontà di scontro da parte dell’azienda”.
Sulla stessa linea Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, che su Twitter ha scritto:
Bene stop Governo al tavolo trattativa. Ma non è sufficiente. Su #Ilva non accettabili licenziamenti, esternalizzazioni e riduzioni salari. pic.twitter.com/kY7n3vN8YQ
— Francesca Re David (@RedavidF) 9 ottobre 2017