Condividi

Il voto tedesco rassicura le Borse, lo spread Btp-Bund non cambia, Unicredit +5%

Brillano le Borse di Milano e Francoforte dopo il voto tedesco che ha premiato l’Spd di Scholz anche se la formazione del nuovo Governo non è ancora dietro l’angolo – Il Ftse Mib è sopra i 26 mila punti base – Sostanzialmente invariato il differenziale Btp-Bund – Il petrolio Brent a 80 dollari – Wall Street a due velocità

Il voto tedesco rassicura le Borse, lo spread Btp-Bund non cambia, Unicredit +5%

Banche e titoli petroliferi consentono ai listini europei di archiviare una seduta positiva, nonostante numerose incertezze caratterizzino il periodo e si riflettano nella volatilità di Wall Street e nelle tensioni sui rendimenti dei titoli di Stato, sia nella zona euro sia negli Stati Uniti. In Europa si guarda con grande attenzione anche all’esito delle elezioni tedesche, con i mercati inizialmente molto confortati dalla prospettiva che la vittoria di misura dei socialdemocratici (e la sconfitta dell’estrema sinistra) favorisca la formazione di un governo con Verdi e liberali. In ogni caso i tempi per un accordo saranno lunghi e le redini resteranno nelle mani di Angela Merkel ancora per qualche mese. 

Dopo un avvio in grande spolvero, il Dax di Francoforte limita alla fine i guadagni allo 0,28%. Nel resto d’Europa la più brillante + Madrid +1,45%, mentre sono moderatamente in rialzo Parigi +0,19% e Londra +0,16%. Piazza Affari chiude con un progresso dello 0,63% a 26.132 punti base, guidata da Unicredit +5,1%; Leonardo +4,2%; Bper +3,84%; Tenaris +3,37%.Sono in rosso Diasorin -3,7%; Amplifon -2.93%; Moncler -2,14%; Interpump -1,87%. Sale leggermente lo spread tra Btp e Bund decennali (102 punti, +0,74%), ma soprattutto crescono i tassi, +0,79% per il titolo italiano, -0,23% per quello tedesco, mentre i banchieri centrali continuano a monitorare l’andamento dell’inflazione.

La presidente della Bce Christine Lagarde, al parlamento europeo, ha detto oggi che l’inflazione del blocco potrebbe superare le proiezioni di Eurotower, ma ci sono pochi segnali che ciò stia già accadendo. La fiammata dei prezzi (+3% in agosto) dovrebbe essere temporanea e Francoforte resta impegnata a preservare condizioni di finanziamento favorevoli, necessarie a una robusta ripresa. Lagarde esclude un rialzo dei tassi nel 2023, mentre prevede che il pil della zona euro supererà i livelli pre-Covid entro fine anno. Merito anche del programma di acquisto titoli varato dalla Bce per fronteggiare gli effetti della pandemia. Grazie agli acquisti Pepp, efficaci ed utili, il pil è aumentato dell’1,8% nel 2020 e nel 2021 aumenterà del 2%.

In questo contesto l’indice dell’euro e quello del dollaro sono poco mossi. Il cambio tra moneta unica e biglietto verde è leggermente sfavorevole alla prima in area 1,170. Sono sotto pressione invece i T-Bond. Il rendimento del titolo trentennale sale oltre 2, mentre il decennale viaggia verso 1,5%, sui massimi da giugno.

Si conferma grande protagonista della seduta odierna il petrolio, con il Brent che dopo tre settimane consecutive di guadagni tocca i massimi da ottobre 2018 e corre verso gli 80 dollari al barile. Goldman Sachs prevede che il petrolio del mare del Nord raggiungerà a fine anno i 90 dollari al barile, dieci dollari in più di quando stimato in precedenza. A spingere in alto le quotazioni c’è una disparità tra domanda e offerta, con i membri dell’Opec+ in difficoltà sull’aumento della produzione per gli scarsi investimenti e i ritardi nei lavori di manutenzione a causa della pandemia, rinvigorita dalla variante Delta. Inoltre il maltempo ha pesato sulla produzione Usa e sulle scarse scorte globali.

Poco mosso l’oro. Fuori dal perimetro dei titoli petroliferi e delle banche, in Piazza Affari oggi si è messa in luce Leonardo, in scia alle indiscrezioni su un’offerta all’Esercito italiano per il programma Aics (Armored infantry combat system). Tiepido l’automotive, Stellantis, + 0,88% e Cnh -0,17%. Goldman Sachs ha tagliato le stime di produzione del settore per quest’anno a causa della strutturale carenza di chip e delle conseguenti chiusure di impianti, ma ha sottolineato che “la debolezza del 2021 crea opportunità per il 2022”

Bene Generali +1,61%, con Delfin che ha acquistato ancora uno 0,03% di capitale. Fuori dal paniere principale perde quota La Doria -12,45%, dopo l’avvio delle trattative con Investindustrial per la cessione della partecipazione di maggioranza, pari al 63%, per un valore di 16,5 euro per azione. Gli analisti di Intesa Sanpaolo scrivono nel daily che “da una valutazione preliminare non consideriamo il prezzo indicato per l’offerta attraente”.

Commenta