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Il voto cambia la geografia europea: le elezioni in Grecia, Germania e Serbia

La protesta sociale vince sull’austerità – In Grecia la sinistra radicale anti-piano di salvataggio ha ottenuto il 16% dei voti – In Germania la Merkel perde la maggioranza sul Schleswig-Holstein – Anche in Serbia la sinistra ha la meglio ma tutto si deciderà con il ballottaggio del 20 maggio – In Russia oggi Putin torna ufficialmente al Cremlino.

Il voto cambia la geografia europea: le elezioni in Grecia, Germania e Serbia

Ieri il volto politico dell’Europa ha cambiato colore. E non solo in Francia, dove i socialisti sono tornati all’Eliseo dopo 17 anni con la vittoria di François Hollande. Le elezioni in Grecia hanno lanciato un forte segnale anti-europeista e si inizia a parlare nuovamente di una possibile uscita dall’euro. Anche in Germania i cittadini sono andati a votare nel Land più settentrionale del Paese ed è stato clamoroso il tonfo del partito demo-cristiano della cancelleria Angela Merkel. Ma se in Europa ci si spinge contro l’euro, in Serbia, a cui la famiglia Ue ha dato l’ok alla candidatura il primo marzo 2012, il ballottaggio vedrà affrontarsi due partiti filo-europeisti.

GRECIA – Lo scrutinio è ormai ultimato (99% delle schede) ed è chiaro che a perdere è stata l’austerità. Gli unici due partiti che si sono impegnati a continuare sulla scia delle riforme imposte dall’Unione europea, i conservatori di Nuova Democrazia e il Pasok di Evangelos Venizelos, hanno ottenuto rispettivamente il 18,8% dei voti e il 13,2%. La sconfitta è evidente se si confronta con il risultato del 2009: il Pasok, il cui numero uno allora era George Papademos (poi accusato di aver contribuito ad ingigantire la crisi) aveva ottenuto il 44% dei voti. Grazie al premio di maggioranza, Nuova Democrazia riuscirebbe a far eleggere 108 deputati, il Pasok solo 41. Insieme dunque, nella coalizione pro-europa-pro-euro, arriverebbero solamente a 149 seggi su 300.

Difficile pensare un’alleanza con una terza forza dal momento che tutti gli altri partiti sono fortemente contrari a continuare le misure di austerità imposte dall’Ue e gli estremisti chiedono addirittura l’uscita dall’euro. Oggi iniziano le consultazioni, ma ogni possibile coalizione sembra destinata ad avere vita breve.

La vera vittoria è stata quella della sinistra radicale di Syriza che ha ottenuto il 16% dei voti. Alexis Tsipras, numero uno di Syriza e il più giovane tra i leader politici (37 anni), ha parlato di una rivoluzione pacifica: “Il cancelliere tedesco Angela Merkel deve comprendere che le politiche di austerità sono state sconfitte”, ha dichiarato. Lo confermano anche i dati dei partiti più piccoli. La destra di Greci Indipendenti ha guadagnato un 10% e i neonazisti di Alba d’oro quasi il 7%: così questi estremisti entreranno in Parlamento per la prima vola dalla caduta della dittatura nel 1974. Sono andati bene anche i comunisti del Kke, con un 8% dei voti.

GERMANIA – Non solo in Grecia è stata sconfitta Angela Merkel. Nello Schleswig-Holstein, il Land a confine con la Danimarca, il partito cristian-democratico (Cdu) della Cancelliera tedesca ha segnato il peggior risultato dal 1950. La coalizione di Governo non ha più la maggioranza del Land, avendo raccolto solo il 30,6% dei voti. I liberali della Fdp hanno conquistato l’8,3%, quasi 7 punti in meno rispetto alle elezioni del 2009. Questo risultato non consente ai due partiti di rimanere al potere. Infatti i socialdemocratici Spd hanno ottenuto il 29,9% dei consensi e hanno dichiarato di voler allearsi con Verdi (11%) e con il partito della minoranza etnica danese. I tre partiti all’opposizione insieme otterrebbero così 35 seggi su 69 del parlamento locale dello stato.

Queste elezioni sono un importante termometro per misurare l’andamento politico del Paese, dal momento che tra settembre e ottobre 2013 ci saranno le nuove elezioni e la Merkel cercherà di ottenere un terzo mandato. In attesa del voto nel Nordreno-Westfalia, in programma domenica 13 maggio, il Cdu potrebbe presentarsi alle elezioni con il governo di solo 7 stati su 16. L’ipotesi di una Grosse Koalition tra Cdu e Spd si fa sempre più realistica.

SERBIA – Mentre gli europei lanciano segnali anti-europeisti, chi non fa ancora parte della grande famiglia Ue freme per entrare. A Belgrado si deciderà con il ballottaggio del 20 maggio tra il riformista filo-europeo e premier uscente Boris Tadic, che ha ottenuto il 26,8% dei voti e il conservatore nazionalista (da poco più moderato e convertitosi a posizioni filo-europee) Tomislav Nikolic che ha avuto il 25,6% dei consensi. Diverso il discorso per quanto riguarda le legislative. La coalizione Sns di Nikolic ha ottenuto più seggi del partito social-democratico: 73 contro 68.

Al terzo posto troviamo i socialisti di Ivica Dacic, nella scorsa legislatura alleato di Tadic, con il 14,4%. Se dovvessero schierarsi di nuovo con il premier uscente, il nuovo governo avrebbe la stessa composizione del precedente. Gli altri partiti non sono andati oltre al 7%: il Partito Democratico ha ottenuto il 6,9% dei consensi, i liberali si sono fermati al 6,6% e le Regioni unite della Serbia al 6,1%. Non sono riusciti invece a superare lo sbarramento dal 5% gli estremisti indipendentisti del Partito Radicale serbo.

RUSSIA – Questa mattina Vladimir Putin, eletto da un discusso 63,7% della popolazione, per la terza volta in 12 anni si insedierà al Governo di Mosca. Al giuramento al Cremlino, dopo il quale prenderà formalmente il posto di Dmitri Medvedev, è presente anche l’ex-premier italiano Silvio Berlusconi. Intanto per le strade della capitale sfilano numerosi manifestanti e oltre 120 persone sono state fermate, tra cui anche l’ex vice premier Boris Nemtsov (già rilasciato dietro pagamento di una multa).

 

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