Il vino italiano non smette di sostenere la bilancia dei pagamenti e le esportazioni del Made
in Italy. La ragione principale per la quale nel 2022 ha toccato gli 8 miliardi d di euro è che le produzioni provengono da zone ad elevata sostenibilità ambientale, tutelate, protette e certificate da Enti indipendenti. La polemica che in queste settimane vede contrapposti in Europa Paesi che intendono etichettare il vino come nocivo alla salute ed altri- tra cui l’Italia- che ne difendono la qualità, purtroppo, trascura che le aziende vinicole sono impegnate in ricerca, tecnologie e sperimentazione sempre più innovative. Fanno investimenti a lungo tempo, cercano partner qualificati e sui mercati mondiali si contendono i primati a suon di marchi ed etichettature agrosostenibIi.
Il Sannio, zona tra le più tutelate d’Italia
I detrattori del «buon bicchiere» ignorano, per esempio, che in Italia, nel Sannio il Consorzio Tutela Vini si avvale addirittura dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato per un sistema di anticontraffazione e di tracciabilità per i vini a indicazione geografica tipica (Igt). Con l’aiuto di Coldiretti e dell’Ente di certificazione Agroqualità, quest’anno Il Consorzio ha creato un sistema di garanzia costituito dall’applicazione di un sigillo antifrode sulle bottiglie. «L’adozione di questo sistema di anticontraffazione, tracciabilità e valorizzazione per vini Benevento IGT, ci consentirà di ottenere la completa tracciabilità di ogni partita di vino immessa sul mercato per tutelare consumatori e operatori. In questo modo potranno ottenere informazioni a garanzia della qualità certificata del prodotto, della filiera e del territorio di origine»: ha spiegato Libero Rillo, Presidente del Sannio Consorzio Tutela Vini. In Campania la provincia di Benevento ha la più alta intensità agricola e la viticoltura occupa il primo posto nella produzione di reddito. E’ una delle province più tutelate d’Italia con indici di biodiversità elevati. Dire che i 2 mila viticoltori di aglianico, piedirosso, falanghina, coda di volpe, malvasia, fiano, ecc. sono orgogliosi del proprio territorio e della tradizione, è sin troppo scontato. «Basta viaggiare attraverso le colline del Sannio per comprendere quanto la viticoltura sia caratterizzante il territorio e quanto sia soggetto tutelante l’ambiente e fonte di sostentamento economico delle sue genti» si legge sul sito sanniodop.it. È la prima organizzazione in Italia ad adottare un sistema sicuro con l’applicazione di una semplice fascetta. Ma c’è anche l’app Trust your Wine® con informazioni utili a stabilire un contatto da chi consuma e chi produce.
Il Poligrafico dello Stato come ” garante”
Ma cosa c’entra con il Poligrafico dello Stato con il vino ? ” Il Poligrafico ha realizzato uno strumento sicuro, tecnologicamente avanzato ed integrato con il sistema di certificazione di qualità che consente di distinguere un prodotto autentico e tracciato da uno contraffatto o non riconosciuto” spiega l’Amministratore Delegato Francesca Reich. “I sigilli sono progettati con sistemi di sicurezza sempre più evoluti, assimilabili a quelli impiegati per la produzione di banconote”. Nulla di più originale e strategico per dire che anche al Sud si fanno cose di eccellenza,ricorrendo ad Istituzioni storiche e prestigiose. La manager della Zecca ha elogiato una tecnologia,pensiamo, molto simile a quella in uso in altri Paesi che stampano banconote. Il settore vitivinicolo italiano non può accettare che secoli di lavoro siano esposti a imbrogli proprio quando il business ha imboccato la strada della qualità e del valore specifico. L’originalità italiana della fascetta con la Zecca,sta nel considerare una bottiglia di vino come il denaro. Parafrasando Socrate: “prima di averne bisogno, si sa che valore ha”..