Si è spento l’entusiasmo di ieri e sono tornate le vendite sui listini. Il Ftse Mib chiude in calo dell’1,56%, Parigi -0,66%, Francoforte -0,27%, Londra -0,36%.
L’Ucraina non smette di preoccupare i listini. Nella città di Mariupol ci sono stati 21 morti negli scontri tra insorti filorussi e truppe fedeli a Kiev. Mercoledì prossimo dovrebbe iniziare la tavola rotonda d’unità nazionale annunciata dal governo ucraino filo-occidentale per cercare di mettere fine alla crisi in atto nel Paese. Non aiutano i dati macro. In Italia il dato della produzione industriale di marzo scende dello 0,5% su febbraio e torna in calo su base annua a -0,4%. In Germania a marzo le esportazioni tedesche sono sorprendentemente calate dell’1,8% su base mensile (+1,9% annuo), in particolare a causa della debole domanda dall’eurozona (+0,1%) e dall’altra sponda dell’Atlantico. Infine, l’inflazione annua nell’area euro secondo i dati Ocse è scesa a marzo di 0,2 punti percentuali allo 0,5%, livello più basso dal novembre 2009.
Le parole di ieri di Draghi, che lasciano pensare a una più che probabile mossa espansiva a giugno, si sono fatte ancora sentire sull’euro che cede sul dollaro lo 0,51% a 1,3770 e sullo spread che in giornata è sceso sui minimi da aprile 2011 a 144 punti base e il rendimento del decennale italiano è sceso al 2,90%. Sul finale lo spread ha poi chiuso in risalita a 250 punti base. Intanto S&P ha alzato l’outlook del Portogallo a stabile da negatioa ma non ha modificato il rating , rimasto a Bb, come previsto dai mercati.
A Wall Street il Dow Jones viaggia sotto la parità e il Nasdaq cede lo 0,32%. I riflettori sono ancora una volta puntati su Apple per la possibile acquisizione di Bets, società che produce cuffie e auricolari ma offre anche un servizio di musica in streaming.Sul fronte dei dati macro le scorte di magazzino all’ingrosso Usa sono aumentate a marzo dell’1,1% battendo le attese degli analisti che si attendevano una crescita dello 0,5%. Il petrolio Wti sale dello 0,50% a 100,76 dollari al barile.A Piazza Affari giornata nera per le banche, in particolare le popolari, che iniziano in questi giorni la loro stagione delle trimestrali. Oggi è stata la volta di Bpm, -5%, che ha registrato nel primo trimestre un utile netto di 64,3 milioni (+12,3%) . Lunedì appuntamento con Unicredit e Mps. Sui listini intanto Bper cede il 7%, Banco popolare il 5,76%, Mediobanca il 5,39%.
Cade ancora Prysmian -5,35% dopo il profit warning di ieri. La società ha smentito l’interesse per la francese Nexans, ma si allunga l’elenco dei broker che tagliano il giudizio e il target. JP Morgan ha abbassato il giudizio a Neutral da Overweight, target price a 18 euro. Bank of America ha tagliato il target a 18,5 euro da 20 euro. Mediobanca ha ridotto il giudizio a Neutral da Outperform.In controtendenza tra i migliori del Ftse Mib Snam +1,59%, Autogrill +1,52%, Fiat +1,21%, Atlantia +0,49%. Dmail rallenta la corsa in chiusura e sale del 5% dopo la firma dell’accordo sul debito con le banche e l’imminente Opa su Seat Pagine Gialle che balza dell’11,76%.