Appesantito dalla galassia Eni e da Tod’s l’indice Ftse Mib nel pomeriggio scivola in territorio negativo e chiude in calo dello 0,42%. In rosso anche Londra mentre gli altri principali listini europei riescono a terminare le contrattazioni in positivo. Il Dax sale dello 0,87%, Parigi +0,46% e Madrid +0,20%. Perde oltre due punti percentuali il listino di Mosca. Oggi la Banca centrale russa ha taglaito il tasso di riferimento al 14% dal 15% con l’obiettivo di rilanciare l’economia contenendo l’inflazione e ha anticipato che la politica di riduzione dei tassi continuerà anche nei prossimi mesi.
Atene cede il 3,01%. La questione greca tiene ancora allerta il mercato: da un lato il presidente della Commissione europea Juncker esclude un fallimento nei negoziati sul debito, dall’altro il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble non esclude un’uscita di Atene dall’euro.
Lo spread Btp chiude in leggero rialzo a 91 punti base e rendimento all’1,15%. In Italia rallenta la deflazione: a febbraio l’indice Nic con tabacchi ha segnato un aumento dello 0,4% su mese e un calo dello 0,1% su anno rispetto a una stima preliminare che indicava -0,2%. A gennaio il calo era stato dello 0,6%. Il calo della dinamica dei prezzi al consumo risulta quindi in frenata.
A Wall Street gli indici viaggiano in ribasso con il Dow Jones che cede l’1,09% e l’S&P500 lo 0,88%. Oltreoceano il mercato risente del dato deludente sulla fiducia calcolato dall’Università del Michigan, che misura la fiducia delle famiglie e che si è attestato a a 91,1 punti dopo i 95,4 di febbraio e contro le attese degli analisti di 95,3 punti. Peggio delle attese anche i prezzi alla produzione che a febbraio hanno registrato un calo dello 0,5% rispetto a gennaio. Escludendo la componente più volatile degli alimenti e dell’energia, i prezzi sono ugualmente diminuiti dello 0,5%. Le attese degli esperti erano per un aumento dello 0,2-0,3%.
Inoltre, il petrolio Wti registra un tonfo del 3,7% e si porta vicino alla soglia dei 45 dollari al barile. Le quotazioni risentono anche delle dichiarazioni dell’Agenzia internazionale dell’Energia che ha detto che la stabilizzazione dei prezzi è temporanea e che gli stoccaggi negli Usa rischiano di far ripartire nuovi ribassi.
Continua a indebolirsi l’euro nei confronti del dollaro e si porta in chiusura a 1,0522 (-1,06%). In giornata il cambio è sceso sotto la soglia di 1,05, segnando il nuovo minimo a 1,0484.
A Piazza Affari l’attenzione è rivolta al gruppo energetico Eni che ha svelato oggi il nuovo piano triennale che prevede tra il 2015 e il 2018 dismissioni per 8 miliardi e un taglio del 17% degli investimenti. Sospeso anche il piano di buyback: la sua ripresa verrà valutata quando “i progressi strategici e lo scenario di mercato lo consentiranno”.
Eni cede il 4,59%, terzo peggior titolo del Ftse Mib. Ancora peggio fa Saipem -5,78% che risente delle previsioni rese note da Eni. In particolare, le vendite sono scattate su Saipem quando Eni ha fatto sapere di voler posporre il processo di deconsolidamento per l’aumento della volatilità dei mercati dell’oil&gas: pur rimanendo un obiettivo i suoi effetti finanziari non sono contenuti nel piano quadriennale presentato oggi. Nella galassia oil, giù anche Tenaris -3,06%.
Peggior titolo in assoluto sul Ftse Mib è però Tod’s che crolla del 6,27% dopo le deludenti indicazioni sulle vendite delle prime dieci settimane.