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Il Tesoro vende sul mercato il 2,8% di Eni e incassa quasi 1,4 miliardi. Il controllo pubblico rimane saldo

Questa cessione fa parte di un piano di riorganizzazione delle partecipazioni pubbliche del Tesoro, che mira a generare 20 miliardi di euro entro il 2026

Il Tesoro vende sul mercato il 2,8% di Eni e incassa quasi 1,4 miliardi. Il controllo pubblico rimane saldo

Il Tesoro vende il 2,8% di Eni e incassa quasi 1,4 miliardi di euro. Utilizzando una procedura accelerata, sono state vendute quasi 92 milioni di azioni a un prezzo leggermente scontato (dell’1,7%) rispetto alla chiusura di mercoledì: le azioni del cane a sei zampe sono state vendute a 14,855 euro, mentre il titolo ha chiuso a 15,11 euro. Oltre la metà della domanda è stata coperta da investitori americani. Questo ha portato nelle casse del ministero dell’Economia e Finanze un bel gruzzolo di 1,37 miliardi di euro. Ma il titolo oggi apre in forte ribasso: -2,70 a 14,70 euro per azione.

Così, un altro passo chiave nel piano di riorganizzazione delle partecipazioni pubbliche del Tesoro è stato messo in atto, con l’obiettivo di generare un incasso di 20 miliardi di euro nel corso di tre anni. Le prossime privatizzazioni riguarderanno Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. Considerando i proventi ottenuti dalla vendita delle prime tranche di Mps, pari a 1,6 miliardi di euro, il collocamento di ieri ha portato il totale incassato dal Tesoro a 3 miliardi di euro.

Il Tesoro vende il 2,8% di Eni ma non perde il controllo: ecco perché

Il momento è stato scelto strategicamente, dopo che Eni ha concluso in anticipo un programma di buyback, aprendo la strada a nuove opportunità di investimento (l’assemblea dei soci ha dato l’ok alla distribuzione di un dividendo di 1 euro ad azione e a un nuovo buyback da 3,5 miliardi). Prima dell’annullamento delle azioni deliberato dalla assemblea, il Tesoro deteneva 157,5 milioni di azioni pari al 4,76% del capitale.

Nonostante il Tesoro abbia ridotto la sua quota di azioni di Eni al di sotto del 2%, il controllo pubblico rimane saldo (sopra al 30%) grazie alla Cassa Depositi e Prestiti (con il 28,5%) a cui si deve aggiungere il 5,4% di azioni proprie.

Questa operazione è stata gestita da un team di banche d’investimento tra cui Goldman Sachs International, Jefferies e Ubs Europe e ha suscitato interesse sia a livello nazionale che internazionale. Accordi tra il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti e le banche del consorzio hanno stabilito un periodo di non vendita di ulteriori azioni per 90 giorni senza il consenso dei coordinatori, mentre i termini finali dell’operazione saranno comunicati al termine del collocamento.

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