Frenano le Borse in attesa dell’audizione di domani al Congresso del presidente della Fed, Jerome Powell. Dopo i dati brillanti sull’occupazione Usa è svanita l’ipotesi del taglio di mezzo punto dei tassi e i mercati non hanno perso per allineare al ribasso i prezzi delle blue chip, a partire da Apple (-2,2%), dopo il “sell” pronunciato da Rosenblatt securities, che prevede un “sensibile deterioramento delle prospettive di mercato” nei prossimi mesi, in linea con il warning lanciato ieri da Morgan Stanley: salvo un intervento eccezionale della Banca centrale o un accordo sui dazi, è la diagnosi, non c’è ragione per un aumento dei prezzi di Borsa.
Diversa la situazione dell’Europa. La congiuntura debole della Germania rende necessarie misure espansive già nella prossima riunione della Bce, a vantaggio dei partner più deboli. Ne approfitta il Tesoro italiano, lesto ieri a varare il Btp 50 anni con cedola al 2,80% e scadenza il primo marzo 2067, anticipando le emissioni di governi e privati pronti a cavalcare la “moda” estiva dell’euro.
LA COREA CHIEDE I DANNI DI GUERRA A TOKYO
L’Asia si avvia a chiudere in terreno negativo, sotto la pressione dei brutti segnali in arrivo da Apple e dalle altre corporation Usa.
L’Hang Seng di Hong Kong perde lo 0,8%. Stamane il governo della ex colonia britannica ha annunciato il ritiro della legge sull’estradizione verso la Cina, dopo nuove forti proteste. Giù anche l’indice Csi 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen (-0,6%).
Il dollaro, complessivamente, si rafforza sulle maggiori controparti dell’Asia, ma non sul renminbi della Cina. L’euro è poco mosso, a 1,121 sulla valuta Usa.
L’oro tratta a 1.397 dollari l’oncia, in calo dello 0,1%.
Poco mossa Tokyo (-0,1%), investita da una disputa con la Corea del Sud che risveglia le ferite, mai chiuse, della storia: un tribunale di Seoul ha condannato il Giappone a risarcire le migliaia di persone che furono deportate ai lavori forzati, nel corso dell’occupazione del Paese, tra il 1910 ed il 1945. La valuta coreana, il won, è sui massimi dell’ultimo mese a 1.180. Debole l’indice Kospi (-0,2%) per il timore di rappresaglie sulle forniture di componenti giapponesi per la produzione dei chip.
ANCHE L’ARABIA SI ALLONTANA DA BOEING
In ribasso ieri sera i mercati Usa. Oltre alla frenata di Apple, pesa il calo di Boeing (-1,3%) dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato il ritiro degli ordini sui Max 737 a vantaggio di Airbus.
Non sono buone, infine, le previsioni per la campagna delle trimestrali che inizierà la prossima settimana. Di conseguenza: Dow Jones -0,43%, S&P -0,48%, Nasdaq -0,78%.
La frenata dell’economia pesa anche sulla domanda di petrolio, in calo nonostante la situazione rovente sul fronte iraniano. Il brent è sceso a 63,87 dollari al barile.
Positivi ieri i petroliferi in Piazza Affari: Eni +0,8%, Saipem +1,7%, Tenaris +2%.
DEUTSCHE BANK CHIUDE IN ROSSO, BASF KAPUTT
In Europa ha tenuto banco ieri l’accoglienza dei mercati al piano di ristrutturazione di Deutsche Bank, in caduta libera dopo un avvio positivo. il titolo è scivolato in chiusura a -5%, dal +3% di inizio seduta. È stata questa la risposta del mercato al piano di ristrutturazione da 8,3 miliardi di euro della Banca, che prevede il taglio di un quinto della forza lavoro, a 74.000 unità, la chiusura delle attività di compravendita delle azioni e la creazione di una bad bank in cui saranno conferiti attivi per 74 miliardi di euro. Un segnale negativo per l’azionario europeo, che però, a detta di Morgan Stanley, è quello destinato a scendere meno nei prossimi mesi, in attesa della staffetta alla Bce.
Piazza Affari chiude quasi in equilibrio (-0,04%), a 21.976 punti.
Chiusura in frazionale perdita per Madrid (-0,46%), senza emozioni Parigi (-0,08%) e Londra (-0,07%). Francoforte -0,2%. La produzione industriale in Germania, invece, è cresciuta dello 0,3% a livello mensile a maggio. Su base annuale, il dato è sceso del 3,7%. Il colosso chimico Basf arretra dl 5% dopo il profit warning per le avverse condizioni della domanda.
ATENE GIÙ MA VOLANO I BOND. L’EMS: NON FAREMO SCONTI
Atene -2,15% dopo la vittoria della destra alle elezioni. A raffreddare l’entusiasmo della Borsa per il nuovo governo deciso a rinegoziare le intese con Bruxelles (la Grecia si è impegnata ad un surplus di bilancio del 3,5% fino al 2022) ci ha pensato Klaus Regling, responsabile del Meccanismo Europeo di Stabilità: “Lavoriamo con tutti i governi – ha detto – rispettiamo tutti i programmi, purché non si dimentichino gli impegni presi”.
Ma continua il rally degli hellenic bond. Il decennale è sceso al minimo storico, con rendimenti che hanno perso quasi 14 punti base, al 2,014%.
IL TESORO PUNTA SUI 50 ANNI, ALL’ASTA 5,5 MILIARDI DI BTP
Volumi e variazioni modeste ieri sul mercato obbligazionario. Il tasso decennale si è assestato all’1,79%, dall’1,75% di venerdì. Lo spread allunga a 217 punti (da 211).
In serata il Tesoro ha annunciato che domani riaprirà l’offerta dell’emissione del Btp a 50 anni, cedola 2,80% e scadenza primo marzo 2067, tramite un collocamento sindacato.
Giovedì 11 il ministero dell’Economia metterà all’asta tra 4,5 e 5,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, saranno messi a disposizione 2,5-3 miliardi di euro del Btp 3 anni luglio 2022 e 2-2,5 miliardi di euro del Btp 7 anni luglio 2026.
UNICREDIT FA CASSA CON FINECO, APRE SU CARIGE
A Borsa chiusa Unicredit (-1,77%) ha annunciato il collocamento del residuo 18,3% ancora detenuto in FinecoBank, ieri -3,6%, tramite un accelerated bookbuilding destinato, si legge in una nota, “a determinati investitori istituzionali” che sarà concluso già stamane.
La banca guidata da Jean-Paul Mustier e Bper Banca (-1%), starebbero trattando con il Tesoro la presa in carico di Banca Carige senza alcun esborso e solo dopo una ripulitura totale dai crediti deteriorati, pari a circa 3,5 miliardi di euro. Negativo il resto del comparto, con l’eccezione di Mps, che prosegue la corsa (+3,71%) dopo il tentativo di correzione in apertura; il mercato continua ad apprezzare il processo di riduzione del rischio della Banca. Ubi Banca -1,4%: Generali (+0,3%) vorrebbe diventare partner assicurativo esclusivo dell’istituto.
PIRELLI, LA MIGLIOR BLUE CHIP. ACQUISTI SU JUVENTUS
Sostengono il listino principale Pirelli (+3,06%), con gli analisti di JP Morgan che hanno alzato il prezzo obiettivo, e Juventus (+2,45%), animata dal calcio mercato.
Geox strappa con un balzo del 7,5% con volumi molto consistenti, pari a oltre 6 volte la media a 30 giorni. Il titolo è tornato sui livelli di metà maggio, a ridosso di una importante resistenza tecnica a 1,45 euro.
FRENA MEDIASET, AVANZA RAI WAY, TIP ENTRA IN SESA
Forti vendite su Mediaset (-2,43%, a 2,81 euro), a un passo dai 2,77 euro che rappresentano la soglia per esercitare il diritto di recesso da parte dei soci che non intendono partecipare al progetto di creare una holding olandese cui saranno confluite le attività tv in Italia e Spagna del Biscione.
Avanza invece Rai Way (+2,4%). Sotto la regia di F2i, Rai e Mediaset stanno studiando un’operazione per combinare le torri televisive di Rai Way ed EI Towers.
Tip ha acquisito il controllo del 14,5% della holding cui fa capo Sesa, operatore di riferimento in Italia nel settore delle soluzioni e servizi IT a valore aggiunto per il segmento business quotata allo Star con una capitalizzazione di 450 milioni circa.