Dicembre rischia di essere il mese più volatile dell’anno, ammonisce un report di Barclays. Almeno nel caso che la Bce deluda giovedì le fortissime aspettative sull’allagamento del Qe.
Nel frattempo, a dominare la scena è il dollaro, che ha chiuso novembre con un rialzo del 4% sull’euro, scivolato ieri a 1,0560. Per fare un esempio, il rialzo nello scorso mese del listino migliore (Francoforte +4,8%) si riduce a +0,8% se espresso nella valuta Usa, in linea con l’S&P 500 (+0,5%).
In questa cornice i mercati attendono lumi dalle banche centrali: giovedì Mario Draghi illustrerà le misure delle Bce. Quasi in contemporanea Janet Yellen parlerà al Congresso Usa. Venerdì, infine, usciranno in America i dati sull’andamento dell’occupazione, cruciali in vista del meeting della Fed del 15-16 dicembre.
LA PROMOZIONE DELLO YUAN NON ECCITA SHANGHAI
La Borsa di Shanghai (+0,2%) sta intanto salutando con un rialzo la promozione dello yuan al Fondo Monetario: dal primo ottobre la moneta di Pechino (oggi in modesto calo sul dollaro) rappresenterà il 10,92% del paniere dei diritti speciali di prelievo.
Arrivano intanto nuovi segnali di debolezza dall’indice Pmi sulle aspettative dei direttori degli acquisti. Sale il dato rilevato da Caixin ma l’analoga ricerca condotto dall’ufficio centrale di statistica di Pechino, segnala una contrazione dell’attività.
Più robusto il rialzo di Tokyo (+1%): a settembre le spese delle imprese in conto capitale sono salite dell’11,2%, il doppio del previsto. Sale anche Hong Kong (+1,7%).
WALL STREET PIATTA, APERTURA TORO IN EUROPA
Deboli i listini Usa, ormai concentrati sulla Fed: Dow Jones -0,44%, S&P -0,46%, Nasdaq -0,37%. In calo i titoli del largo consumo dopo il Black Friday: Wal Mart -1,8%, Macy’s -2,3%. Le vendite del Cyber Monday (il lunedì degli sconti online) sono salite del 14%.
Le aspettative di un rialzo dei tassi hanno favorito le società finanziarie, migliore settore in novembre, per lo stesso motivo, il peggior settore sono state le utility, sfavorite dall’aumento del costo del denaro. Il Dow Jones è salito nel mese dello 0,3%, S&P +0,1%. Meglio il Nasdaq +1,1%.
I futures segnalano un’apertura al rialzo per i mercati europei: Londra + 34 puni a 6.390; Parigi +17 pb a 4.795; Francoforte +59 pb a 11.421. Seduta positiva ieri per il Vecchio Continente: Piazza Affari è salita dello 0,63%, davanti a Parigi (+0,56%), poco sotto Francoforte (+0,78%) e Madrid (+0,74%). In ribasso solo Londra (-0,3%).
MILANO +1,2% A NOVEMBRE. DA INIZIO ANNO +19,5%
Contrariamente alle statistiche che lo vedono come un mese difficile per i mercati, è positivo il bilancio di novembre per le Borse europee. L’indice FtseMib a novembre ha messo a segno un rialzo dell’1,2% che porta la performance da inizio anno a +19,5%. La performance dello Stoxx600 è +12,6%.
MESE AMARO PER IL PETROLIO (-8,5%) E L’ORO (-6,8%)
Nel corso del mese il petrolio Brent ha perso l’8,5% a 45,3 dollari al barile (Wti -8,9%). Ieri Eni ha guadagnato lo 0,7%, Saipem +0,6%, Tenaris +2,6%. Di rilievo la discesa dell’oro, ormai un genere di investimento che sembra decisamente abbandonato: pur con l’aumento delle tensioni geopolitiche, il metallo giallo a novembre è sceso del 6,8% avvicinandosi a quota 1.000 dollari l’oncia (oggi 1.064).
BTP,5 MILIARDI DI SPESE IN MENO GRAZIE A DRAGHI
Continua intanto la galoppata al ribasso dei rendimenti dei titoli del debito. Il decennale è stato trattato a 1,408%, spread stabile a 94 punti base. Grande corsa sul 5 anni, sceso a -0,44%. Il record spetta al decennale svizzero, scivolato a -0,36%. E’ stata cancellata l’asta a medio-lungo termine dell’11 dicembre.
Il calo dei tassi di interesse può tradursi in un risparmio di 5 miliardi per il Tesoro nel corso del 2016. A sostenerlo è stata Maria Cannata responsabile del debito pubblico, alla presentazione del primo rapporto sul tema. La stessa Cannata ha rivelato che “la spesa in derivati nel 2015 grosso modo è analoga a quella del 2014”, quando hanno aumentato la spesa pubblica di 3,6 miliardi, 4,7 miliardi considerando anche gli aggiustamenti contabili che incidono sul debito pubblico.
LUSSO IN RALLY. FERRAGAMO PUNTA SUI TURISTI CINESI
In Piazza Affari è andato in scena ieri il recupero dei titoli del lusso, che la settimana scorsa hanno sofferto dopo l’abbattimento del jet russo da parte dell’aviazione turca. Ogni volta che si acuiscono le tensioni geopolitiche, le prime ripercussioni sono contrazioni di viaggi e turismo, due voci importanti nel fatturato delle aziende del lusso.
Ferragamo è salita del 5,2%, promossa a Outperform (da Neutral) da Exane. Sui conti hanno pesato operazioni di coperture sui cambi che non dovrebbero ripetersi nel quarto trimestre, questo ha portato il management a confermare i target di fine anno pur ammettendo che sono impegnativi. Michele Norsa, amministratore delegato di Ferragamo, ha dichiarato che i turisti, soprattutto cinesi, sono previsti in crescita in tutte le aree del mondo.
La casa di moda ne beneficerà sia nei negozi negli aeroporti, che nelle città turistiche. Il 60% delle vendite del gruppo sono verso turisti. Moncler è salita del 2,2%, Yoox +2,6%,Luxottica +1%. Ha fatto eccezione Tod’s (-1,1%). Exane ha ridotto il prezzo obiettivo da 82 a 74 euro, confermando la raccomandazione underperform.
VOLA L’AUTOMOTIVE, PRESTITO PER FERRARI IN VISTA DELLO SPIN OFF
La debolezza della valuta unica porta beneficio ai titoli delle società che esportano, come il settore Automotive, ieri il migliore nel panorama europeo (Stoxx +2%). Grande balzo di Volkswagen, salita del 5,4%. La casa di Wolfsburg indennizzerà i suoi clienti con un rimborso “una tantum” di “1.000 dollari”. In Italia, dove la truffa riguarda 648.458 i veicoli, non ci saranno risarcimenti.
Peugeot +3,2%. Avanza anche Renault (-1,06%), mentre sale di tono il braccio di ferro con Tokyo che rivendica garanzie sulla governance di Nissan dopo che è cresciuto il ruolo dello Stato azionista francese. Poco mossa Fiat Chrysler (+0,1%).
Ferrari ha ottenuto un maxi prestito per 2,5 miliardi di euro da un pool di dieci istituti di credito, di cui tre italiani. Le risorse saranno in parte destinate ad estinguere il debito verso la controllante. Ferrari può ora organizzare, senza assilli, la prossima operazione sul debito, l’emissione di un’obbligazione da 750 milioni di euro destinata a rimborsare una parte del prestito ottenuto dalle banche.
Sergio Marchionne, interpellato sul calo del titolo dopo la quotazione a Wall Street e in vista di debuttare a Piazza Affar, ha detto che “entro il mese di gennaio si vedrà il vero valore della Ferrari, prima dello spin-off è molto difficile riconoscerlo. E’ un mercato strano, il problema è che le azioni della Ferrari sono parte del blocco Fca. E’una delle ragioni per cui stiamo facendo questa operazione”, ha aggiunto riferendosi allo spin-off.
In evidenzaExor (+2%) e Cnh Industrial (+1,9%). Nel resto dell’industria invariata Finmeccanica. Mediobanca securities ha alzato il target da 14,9 a 15,8 euro. Bene Fincantieri (+4,76%), sostenuta dall’attesa di nuove commesse dalla Difesa.
TELECOM, I FONDI PRONTI A DAR BATTAGLIA. EI TOWERS PUNTA INWIT
Telecom Italia ha chiuso in calo dello 0,6%. Cominciano a delinearsi le posizioni dei fondi in vista dell’assemblea del 15 dicembre che, oltre alla conversione delle risparmio, esaminerà anche la richiesta di Vivendi di allargare a 17 il numero dei consiglieri, dagli attuali 13 per inserire 4 nuovi rappresentanti, fra cui tre alti dirigenti del gruppo francese. Il proxy advisor Iss suggerisce agli azionisti Telecom Italia di votare contro la nomina dei quattro rappresentanti. In una nuova lettera, il Comitato dei gestori, anche a nome di alcuni fondi esteri, chiede a Vivendi maggiori delucidazioni sui suoi obiettivi.
Intanto, dopo le indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, Orange ha smentito trattative con il gruppo italiano. Ma la società francese, di cui Vivendi è il primo socio con il 20%, ammette di aver chiesto la collaborazione di alcune banche d’affari per studiare l’evoluzione del settore europeo delle tlc “in un’orizzonte di cinque-dieci anni”.
Va avanti la procedura per la vendita di Inwit, società che possiede e gestisce le torri del gruppo delle telecomunicazioni. Tra i possibili acquirenti si è messo ieri in evidenza Ei Towerscon con un guadagno del 4,5% a 57,40 euro. Il numero uno di Ei Towers, Guido Barbieri, nelle settimane scorse aveva dichiarato: “Riguardo al processo di asta per Inwit, valuteremo con estrema attenzione l’operazione, con il bilanciamento fra gli aspetti strategici e quelli tecnologici”.
A2A SEGNA UN PUNTO VERSO LINEA
In evidenza anche A2A (+1,6%), promossa a Buy da Neutral da Banca Akros con un target price alzato da 1,1 euro a 1,5. Il nuovo prezzo obiettivo promette un guadagno potenziale del 13% sulle attuali quotazioni. I legali scelti dai soci di Linea group holding hanno espresso a favore dell’offerta di A2A per il 51% della holding che raggruppa le ex municipalizzate dei comuni di Cremona, Crema, Pavia, Lodi e Rovato – senza procedere attraverso una gara pubblica.
Enel sale dello 0,4%,
POSITIVE LE BANCHE: INTESA +1%
Bene impostato il credito. Fra le banche principali spicca Intesa +1%, Unicredit +0,2%, Monte Paschi-0,2%. Generali avanza dell’1%.