La domanda è di quelle fondamentali: quale male oscuro affligge le infrastrutture italiane, ed in particolare quelle del nostro Mezzogiorno che retoricamente viene rappresentato come una piattaforma al centro del Mediterraneo, ma che in realtà è scavalcato dai traffici marittimi più importanti e continua a perdere terreno.
Si tratta di un complotto internazionale ed europeo a vantaggio dei porti del Nord, come Rotterdam, oppure è colpa della nostra politica che non è mai stata “lungimirante” ma che ora sembra preda di una spirale populista che si basa su una equazione del tipo: più favole e slogan, uguale più voti. Per altri la colpa sta tutta nella burocrazia che produce regole astruse e che comunque anche quando si riesce ad uscire dal labirinto ci si trova di fronte al così detto “sciopero della firma”, alla fuga dalle responsabilità di qualsiasi burocrate.
Tre autori con specializzazioni diverse hanno imbastito un dialogo per cercare di arrivare a dipanare gli interrogativi sopra sintetizzati. Ne è nato un agile volume di agevole lettura e di grande interesse proprio per la diversità dei punti di vista, edito da Guerini e Associati. Il dialogo è tra Pasqualino Monti, manager esperto di logistica, Giulio Sapelli economista e storico, e Bruno Dardani, giornalista esperto di porti e traffici marittimi. Il libro si intitola, forse con un pizzico di ottimismo, “Vento dal Sud, Logistica, infrastrutture e mercato per una nuova Europa.”
I tre autori convengono nell’attribuire la principale responsabilità del degrado delle nostre infrastrutture e della progressiva perdita di quote di mercato dei nostri porti e dei nostri spedizionieri, alla politica, ed in particolare ai partiti che, privi ormai di qualsiasi base ideale, cercano il consenso inseguendo tutte le istanze locali o di gruppi di pressione anche molto piccoli. Il questo modo si è creata una oligarchia del “non fare” per non dare fastidio a nessuno, ma anche per continuare a godere di alcune posizioni di rendita che il “grande nulla” comunque crea. Abbiamo una società ed una politica totalmente invertebrate, in cui dominano i “diritti” mentre nessuno parla più dei “doveri” che una volta ai diritti erano indissolubilmente legati.
Fa un po’ impressione leggere giudizi molto severi di Giulio Sapelli sui ribellisti a 5 Stelle che sbagliano il bersaglio e non hanno politiche sostitutive da proporre. Mentre appaiono piuttosto ingenerose le critiche all’Europa ed alla Bce, che pur tra grandi difficoltà è riuscita a fronteggiare la crisi del 2008 e all’insorgere dell’emergenza sanitaria nel 2020, ha reagito con prontezza fino a varare una politica di investimenti (il Pnrr) capaci di aiutare i paesi un po’ in ritardo in quanto a crescita e produttività.
Alla fine dell’approfondita disamina di tutti gli aspetti del nostro relativo declino, si giunge alla conclusione che la regionalizzazione è stata, almeno in questo campo, un grave errore. Purtroppo anche i denari messi a disposizione dall’Europa rischiano di essere dispersi perché manca una vera strategia capace di superare le varie cause che bloccano la nostra crescita : le norme farraginose o inapplicabili, un localismo eccessivo che alla fine danneggia le stesse comunità locali, una visione strategica delle connessioni infrastrutturali necessarie per dirottare parte delle merci che devono andare nel Nord Italia da Rotterdam a qualche porto del Sud.
Ancora una volta torna la necessità di una politica “ lungimirante”. Draghi e il suo governo dovrebbe impegnarsi soprattutto nell’indicare agli italiani un nuovo metodo per governare. E ci auguriamo che il ministro Giovannini, che si occupa di logistica, voglia prendere il considerazione i preziosi consigli contenuti in questo libro.
Il pensiero meridiano
E’ una corrente di pensiero e filosofia di vita dei popoli del sud, del mare e della luce … ≼Si inizia a sentir dentro laddove inizia il mare, quando la riva interrompe gli integrismi della terra [1]≽
E’ un pensiero lento fondato sulla contemplazione e sulla relazione tra l’intelligenza e il paesaggio ispirato dal ”genius loci”, entità naturale e soprannaturale come relazione tra Genio e luogo fisico, metafora per definire l’identità di un luogo.
Si avverte in prossimità degli orizzonti marini che fanno intravvedere terre sconfinate in cui popoli “diversi” vivono e relazionano in un ambiente in cui l’humus genera modelli di vita semplice, libera, resistente al globalismo imperante e totalizzante.
È sulle rive del Mediterraneo che si manifesta il contrasto con la modernità inconsapevole, abbagliata dallo sviluppo sfrenato teso alla mera accumulazione di capitale che viola le regole di governo dei principi naturali alla base dell’equilibrio della vita del globo terraqueo.
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