Continua il calvario del Sole 24 Ore: rinviate la presentazione del piano industriale, la ricapitalizzazione e anche l’eventuale sostituzione del direttore Roberto Napoletano. Il Cdr nei giorni scorsi ha avuto un incontro con il nuovo amministratore delegato del gruppo editoriale, Franco Moscetti, da cui è emerso che “La presentazione del piano – recita il comunicato del comitato di redazione – è slittata di alcune settimane: non avverrà più al consiglio d’amministrazione del 24 gennaio, ma in un successivo consiglio da tenersi nella prima metà di febbraio”.
Il piano sarà coerente con una visione del giornale che, secondo l’ad, non prevede Il Sole 24 Ore in competizione con Corriere e Repubblica, quotidiani generalisti, trattandosi invece di un “secondo giornale” a elevato tasso di specializzazione. Dopo 15 anni di assurde rincorse ai giornali generalisti, il Sole sembra in sostanza voler tornare al suo vero mestiere di giornale specializzato in economia, finanza e norme e tributi, formula che è stata all’origine dei successi degli anni ’80 e ’90 quando arrivò a superare in diffusione il Financial Times con 430 mila copie vendute ogni giorno.
“Abbiamo chiesto che qualsiasi intervento sul costo del lavoro tenga conto dell’accordo già in vigore e della necessità di valorizzare la redazione, risorsa capitale in ogni prospettiva di rilancio”, scrive il Cdr.
All’ad i sindacati hanno anche espresso la massima preoccupazione sui tempi e l’entità della, per ora solo annunciata, ricapitalizzazione. Moscetti ha confermato l’impegno dell’azionista che dovrà mettere a disposizione le risorse per fare camminare il piano, in una logica non solo di tagli; tuttavia l’operazione non si concretizzerà nell’immediato. “Il tema della liquidità è pertanto all’attenzione dei vertici dell’azienda che però escludono di dovere affrontare un’emergenza a breve”, riportano i sindacati.
Solo dopo la ricapitalizzazione, sarà affrontata la questione della direzione del Sole, con la conferma o meno di Roberto Napolitano, sfiduciato da una larga maggioranza della redazione.
Azienda e direttore stanno intervenendo anche sulle collaborazioni, in particolare sugli editorialisti, puntando a dare un riscontro al valore della testata. Ergo: drastico taglio, anche azzeramento in alcuni casi, dei costi, valorizzando l’importanza, per chi scrive, di una collaborazione con un giornale di prestigio. “Siamo tornati a sottolineare l’inaccettabilità del metodo seguito nel taglio dei contratti di agenzia – hanno ancora detto dal Cdr -. L’amministratore delegato si è scusato per la mancata comunicazione; ha però ricordato, riservandosi di quantificare al Cdr l’entità del risparmio ottenuto, che la totalità dei costi per le agenzie, precedente la disdetta di fine anno, era di 2 milioni e 400mila euro”.
“Dopo quanto comunicato dal presidente Giorgio Fossa all’assemblea degli azionisti del 22 dicembre, abbiamo fatto presente la necessità che la società individui al più presto le responsabilità di una condotta quantomeno opaca su un tema cruciale come i dati di diffusione. Sulla vicenda delle copie gonfiate Moscetti ha detto che non si trattava di un fenomeno solo del Sole 24 Ore, anche se noi in passato abbiamo esagerato. Ha inoltre sottolineato l’opera di pulizia fatta sulla diffusione negli ultimi mesi e detto che sul punto specifico delle copie multiple digitali è in atto un confronto dell’azienda con Ads. Le prossime settimane saranno decisive con la stesura di un nuovo regolamento”.
Insomma, il calvario del Sole, su cui incombe un’inchiesta della magistratura per manipolazione dei dati bilancio, non è finito e la strada della ripresa resta in salita.