I veicoli elettrici stanno davvero arrivando. Se ne vedono già molti per strada. Sul primo canale RAI, BMV, Audi, Peugeot, Hyundai hanno già iniziato a passare spot che esaltano la qualità dei loro modelli elettrici, dico completamente elettrici, non ibridi.
Il “Financial Times” riferisce che Mercedes cesserà la produzione di veicoli a combustione interna nel 2030 e ha appena chiuso una partnership con Rivian, il costruttore di veicoli elettrici da trasporto leggero acquistato da Amazon.
La Cina si sta muovendo con la conosciuta determinazione. Il costruttore di Hangzhou di veicoli elettrici, Leapmotor, il giorno 29 settembre si quoterà alla borsa di Hong Kong con una OPA che è la più importante il termini di valore del 2022.
La California, il maggior mercato automobilistico mondiale, ha vietato per legge la vendita di veicoli con motore scoppio a partire dal 2035. E sappiamo che cosa significa la California per le auto.
Il Golden State ha praticamente inventato la cultura dell’automobile, esportandola poi in tutto il mondo attraverso i missionari della gomma, dai Beach Boys a Dr Dre, da American Graffiti a The Fast and the Furious e a Hollywood nel suo complesso.
Ma la California è sempre stata anche un pioniere nell’ambito delle politiche ambientali. Negli anni ’60 ha introdotto norme che limitavano le emissioni di gas di scarico dei veicoli a motore e successivamente ha fissato standard elevati per l’efficienza dei carburanti. Nel 2006 ha lanciato il primo programma completo di regolamentazione dei gas serra negli Stati Uniti.
Se c’è la California significa che presto ci saranno in molti.
C’è un problema
C’è però un problema considerevole in questa transizione che inizia a prendere forma. Che ne facciamo del rombo del motore a combustione interna visto che quello del veicolo elettrico non esiste?
Inizia ad angosciare il futuro del ruggito delle Lamborghini e delle Ferrari. Com’è pensabile non udire più lo squittio della Kawasaki, il tuono singhiozzante della Harley, il cinguettare del motore Honda, insomma il quotidiano e rassicurante frastuono che sale dalle auto che corrono nelle nostre città?
Impensabile davvero! Comunque si rigiri, questo problema c’è soprattutto per certi modelli che non sono solo auto, ma esperienze, simboli, depositari di identità collettive
Ferrari e Lamborghini
Anche marchi come Ferrari e Lamborghini andranno elettrici per necessità, soprattutto.
Proprio per via del rombo, i due noti costruttori italiani sono in forte ritardo sul motore elettrico. In un modo o nell’altro, fanno sapere da Maranello e da Sant’Agata Bolognese, resterà sempre qualche modello a 12 cilindri.
Ci mancherebbe! Il concerto di quei cilindri è un classico. Si racconta che Herbert von Karajan abbia detto che dal motore Ferrari a 12 cilindri esce “un’armonia che nessun maestro potrebbe suonare”.
Benedetto Vigna, nuovo amministratore delegato del cavallino che proviene dall’industria dei microprocessori, ne è super convinto. Ha detto senza infingimenti al “Financial Times”: “Una Ferrari elettrica sarà una vera Ferrari… Ferrari, non è solo un’auto, è un’esperienza”.
Okay… sta di fatto, però, che le prime Lamborghini e Ferrari elettriche inizieranno a ruggire solo dopo il 2025. E non saranno ancora completamente elettriche, ma ibride. Per l’elettrico tout court si dovrà andare al 2030.
Sarà forse un po’ tardi? Il Model S Plaid di Tesla (da 141mila euro in su) è già in grado di accelerare fino a 100 km orari in poco più di 2 (due) secondi, più in fretta di qualsiasi Ferrari o Lamborghini.
Ma dov’è il rombo, verrebbe da rimproverargli! E poi il peso: due tonnellate e mezzo contro i 1280 chili di una Ferrari 488. Per non parlare del costo. Si stima che una ex-12 cilindri totalmente elettrica potrebbe costare 2milioni di euro.
Minaccia esistenziale
Sì, meglio la Ferrari 488! Però, i giovani abbienti eco-sensibili vorranno farsi vedere alla guida di un veicolo che percorre meno di 5 chilometri con un litro di benzina? Forse in pista sì, ma in via Manzoni penso sia difficile. Tra un po’ neppure ci potranno circolare. C’è un problema di stigma sociale che andrà ad assommarsi al prossimo venturo senso di colpa per il lusso.
Il “New York Times” ha colto bene il momento dei due costruttori italiani: «Lamborghini, Ferrari e un manipolo di altri costruttori di supercar – una categoria vagamente definita di veicoli che costano centinaia di migliaia di euro con prestazioni da auto da corsa – si trovano ad affrontare una minaccia esistenziale».
Verissimo. Ferrari e Lamborghini sono dei simboli sportivi e nazionali, ma sono anche una cascata di quattrini per gli azionisti. Nel 2021 Ferrari ha venduto 11mila auto realizzando un fatturato di 4,2 miliardi di euro con un utile di 240 milioni, mentre Lamborghini, oggi del gruppo Volkswagen, ha piazzato 8300 veicoli con vendite per 1,9 miliardi di euro e 183 milioni di utile.
La transizione all’elettrico è davvero una minaccia esistenziale per loro, ma anche per l’Italia come marchio ed economia. Metà del giro d’affari complessivo delle supercar, cioè 12miliardi di euro, lo realizzano i due brand italiani.
BMW diventerà un’etichetta musicale
La BMW, come esige la sua reputazione, sta facendo le cose molto, molto sul serio.
Per scrivere la partitura del suo motore elettrico la casa di Monaco ha ingaggiato un compositore di rango, il premio Oscar Hans Zimmer, autore delle musiche di film come Il Gladiatore, Il Cavaliere oscuro e di molti altri successi.
Nell’accettare la proposta della BMW di dirigere artisticamente il suo team sonoro, Zimmer ha detto: «Abbiamo l’opportunità di tornare, dal punto di vista acustico, a un ambiente di tipo pre-industriale, cioè pre-motore a combustione, e da lì partire per costruire qualcosa di totalmente nuovo».
Il compositore sta già collaborando con BMW con il compito preciso sviluppare una serie di sonorità dinamiche da caricare nei vari momenti dell’esperienza di guida: durante l’avvio del motore, in fase di accelerazione e a velocità di crociera. Le prime BMW a suonare la partitura saranno i modelli elettrici iX e i4.
E Zimmer ha già qualche idea di che cosa suonare dentro l’abitacolo. Per esempio per la fase di accelerazione intende ispirarsi alla scala Shepard presente nella colonna sonora di Dunkirk (di sua composizione) con l’intento di creare un certo climax, un crescendo un po’ adrenalinico. Ci saranno anche voci corali femminili all’accensione del veicolo per poi accompagnare una guida più distesa, denominata “expressive”, con un impasto armonico di corni acustici e archi.
I suoni in strada
Per i suoni esterni la faccenda è più complessa perché il “rumore” deve tenere conto di norme di sicurezza riguardanti i pedoni che probabilmente saranno delineate nel codice della strada.
Le varie case automobilistiche stanno seguendo percorsi sonori diversi. Zimmer ritiene più sensato giungere a una soluzione coordinata e condivisa per scongiurare una cacofonia urbana di suoni e rumori dissonanti.
Anche in questo caso potrebbe trattarsi di suoni dinamici modulati sul tipo di ambiente esterno rilevato dalle telecamere che il veicolo monta nel correre lungo un percorso.
Dodge retro
La marca americana, oggi parte del gruppo Stellantis, sta percorrendo una strada completamente differente, andando avanti, guarda indietro.
Sta lavorando, infatti, a impiantare nei sui veicoli elettrici top di gamma una tecnologia denominata “Demon possessed” che sostanzialmente riproduce il rumore, la configurazione l’aereodinamica dei veicoli a combustione Dodge. Il cambio sarà manuale, ci sarà un tubo di scappamento e il motore ruggirà a oltre 120 decibel.
Un ritorno dal futuro, anacronistico e nostalgico o un’idea vincente? Resta da vedere.
E se avessero ragione in Tesla a dire “Ma chi se ne frega del rombo nel motore”. In un avvenire universale, meglio il silenzio interstellare. Qui la pace scenderà sulle città … e, sornione, “il sole risplenderà sulle sciagure umane”.