I più ironici sono stati il francese Libération e la Bild tedesca: “Il ritorno della mummia”, e “Il ritorno del Bunga-Bunga”. Forse persino troppo pittoreschi, mentre ben più impietosa è la lucida analisi di Le Monde: ”Berlusconi non si preoccupa affatto delle sorti dell’Italia. E’ entrato in campagna elettorale per proteggersi dai giudici e per vendicarsi di chi lo ha condotto alle dimissioni nel novembre 2011”. O del Frankfurter Allgemeine Zeitung, che sottolinea come ”l’Italia si dimostra di nuovo politicamente instabile, con una legge elettorale difettosa e fragili istituzioni”.
Insomma, un vero plebiscito quello della stampa internazionale nel commentare, unanimemente, la crisi politica italiana e in particolare il ritorno di Silvio Berlusconi. Ma c’è chi guarda oltre, e teme per il futuro dell’intera Europa, come il francese Les Echos: “La cosa peggiore che può capitare all’Italia è di cadere in una crisi politica che spezzi il ritmo delle riforme avviate da Monti. Berlusconi ha lasciato il Paese sull’orlo di un soffocamento che, per le sue dimensioni, minacciava di far piombare l’eurozona nel caos”. O ancora come la tedesca Spiegel, che nell’edizione online parla di “Vendetta del Cavaliere: i partner Ue avevano pensato che se ne fosse andato una volta per tutte ma Berlusconi si incrocia nuovamente con l’Europa”.
Apocalittico anche il quadro tracciato dal Times, che in maniera molto sintetica scrive in un editoriale che ”il ritorno di Berlusconi al potere sarebbe un disastro per l’Italia e per l’Europa intera”. Tuttavia il giornale statunitense è meno catastrofico nel ritenere questa ipotesi davvero plausibile: ”le sue chance di essere nuovamente eletto paiono relativamente basse, anzi è sorprendente che ne abbia ancora qualcuna”.
Sulla stessa linea, anzi se possibile ancora più morbido, è il Wall Street Journal, secondo il quale ”le elezioni italiane non sono motivo di panico: Berlusconi nei sondaggi è lontano dal Pd di Bersani, che ha assicurato di rispettare gli impegni verso l’Ue”. E se ”l’Italia apparirà pronta a seguire le riforme, la svendita dei suoi bond inizierà a presentarsi come un’opportunità”.
Sceglie invece una via di mezzo il britannico Financial Times, storicamente ostile a Berlusconi ma che in questo caso, pur non rinnegandone la poca stima, pone l’attenzione sulla mossa di Monti: ”La decisione di Monti innervosisce i mercati: gli investitori temono che le dimissioni di Monti aprano la strada a un ritorno di Berlusconi”. Il foglio della City ricorda poi che ”Monti ha fatto molto per l’eurozona ma non abbastanza per l’Italia mentre Berlusconi non è il vero problema ma solo il simbolo della sua politica marcia. L’Italia è ferma allo zero e le dimissioni di Monti sono uno sgradito promemoria di questo”.
L’unico invece a non fermarsi all’attualità e ad interrogarsi sugli scenari futuri è il New York Times: ”Il nuovo atto del dramma italiano: esce Monti il tecnocrate ed entra in scena Monti il politico?”. Che adesso sia diventato (anche) questo il problema?