La sindrome Italia ha superato i confini dell’Europa. Il rischio di un collasso finanziario del Bel Paese, testimoniato dall’esplosione dello spread, è all’origine del calo di Wall Street e dei listini asiatici. A New York la frana dei titoli bancari (-4% la media del settore, ancor peggio JP Morgan) ha provocato un forte calo degli indici: Dow Jones -1,6%, S&P 500 -1,2%, Nasdaq -0,5%. La corsa ai beni rifugio ha spinto il rendimento del Treasury Bond a dieci anni intorno ai minimi degli ultimi due mesi, anche se successivamente c’è stato un assestamento intorno a quota 2,80%. Il contagio si è esteso stamane ai mercati asiatici: Tokyo, in particolare, prima della chiusura sta lasciando sul terreno l’1,9%, ai minimi da sei settimane.
ULTIMATUM DI TRUMP SUI DAZI ALLA CINA
Corre lo yen (108,7 sul dollaro), tradizionale valuta rifugio nei momenti di crisi. Giù del 2% abbondante anche Singapore e Seoul. Copione analogo per i mercati cinesi, ma qui gioca il diktat a ciel sereno di Donald Trump che ha avvisato che nel giro di pochi giorni pubblicherà la lista di beni, servizi e aziende della Cina, su cui saranno imposte sanzioni. Hong Kong -1,3%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -1,6%.
OGGI L’OFFERTA DI 4 MILIARDI DI BTP E CCTEU
Ma le attenzioni dei mercati sono rivolte alla crisi italiana che, tra l’altro, sta erodendo il valore dell’euro, sceso stamattina a quota 1,153 sul dollaro. L’ora X scocca alle 10, quando si capirà quanto profonda sia la crisi di fiducia nel Bel Paese denunciata ieri dal governatore Ignazio Visco. A quell’ora il Tesoro mette in asta 2,25 miliardi di euro di BTP decennali e 1,75 miliardi di euro di BTP a cinque anni. Qualcuno spera che una imminente scadenza di un decennale da 18 miliardi di euro, possa dare qualche sostegno al delicatissimo collocamento.
L’ALLARME ARRIVA DALLA CURVA DEI TASSI
Ma le premesse, dopo una giornata da brividi, sono davvero critiche, soprattutto per lo schiacciamento della curva dei rendimenti: il titolo a due anni è arrivato a 2,63% più di tre volte tanto lo 0,80% del giorno prima. Il differenziale tra il biennale ed il decennale è sceso a 33 punti base, ad un passo dall’inversione della curva dei tassi, evento che si è verificato a fine 2011. L’esito dell’asta sarà comunicato alle 10.30.
LO SPREAD È VOLATO A 324 PUNTI, NUOVO SOS DI MOODY’S
A Tanto si è arrivati dopo una giornata incredibile, scandita dallo psicodramma della politica, cui i famigerati mercati hanno risposto con forza.
Prima di ripiegare in area 282 punti base, il premio di rendimento Btp/Bund è volato a 324 centesimi – punta da maggio 2013 – con il tasso del decennale che cala intorno a 3,15% dopo una fiammata sui massimi da maggio 2014 a 3,44%.
La sfiducia ha colpito anche i titoli in asta: i 5,5 miliardi di Bot semestrali in asta questa mattina sono stati assegnati al rendimento di 1,213% – record da febbraio 2013 – contro il -0,421% del collocamento di fine aprile.
A inasprire il quadro contribuiscono le nuove dichiarazioni di Moody’s circa la possibilità di bocciatura del rating sovrano. Per l’agenzia canadese Dbrs, invece la situazione del debito dell’Italia è “ancora gestibile”.
Intanto, lo spread sul decennale tra Italia e Spagna, pur investita da una difficile crisi politica, si è allargato oltre 150 punti, massimo da gennaio 2012.
Insomma, “Che casino!”, come titolava ieri mattina il sito del Financial Times prima dei nuovi capitoli dello psicodramma politico italiano che ha riservato sorprese a raffica. Alla fine è spuntato un nuovo tentativo di governo Lega-Cinque Stelle (senza Paolo Savona) a trazione leghista. Luigi Di Maio, dopo aver minacciato via tv impeachment e perfino l’ergastolo per il presidente Sergio Mattarella, si dice disposto a collaborare. Non è da escludere, a questo punto, una boccata d’ossigeno per i listini, stremati. Anche perché la speculazione è pronta ad incassare i primi frutti dei guadagni resi possibili dalla follia d’Italia, Paese con un forte avanzo della bilancia commerciale e con il miglior fabbisogno primario dell’area Ocse, che si è ritrovato ieri sull’orlo del default.
MILANO -2,65%, IN CRISI ANCHE MADRID E LISBONA
Piazza Affari riparte dopo una giornata di pesanti e insistenti vendite, soprattutto sui titoli finanziari. Il listino è riuscito comunque a chiudere sopra i minimi di seduta, aiutato dalla tenuta degli energetici.
Milano ha lasciato sul campo il 2,65% arretrando a 21.350 punti. Molto intensi gli scambi per un totale di 5,4 miliardi di euro.
Le sofferenze di Piazza Affari hanno contagiato gli altri mercati dell’eurozona: in caduta Madrid (-2,49%) e Lisbona (-2,60%); Francoforte -1,53%; Parigi -1,29%. Non hanno fatto molto meglio Londra (-1,23%) e Zurigo (-1,66%).
IN CONTROTENDENZA SAIPEM (+3,2%)
Frenano stamane i prezzi del petrolio: il brent tratta a 74,95 dollari (-0,1%), continua il calo del Wti (-0,4% a 66,46), sotto la pressione dell’aumento delle estrazioni di shale oil.
In controtendenza a Piazza Affari i titoli oil: Saipem (+3,2%) è stata la miglior blue chip. Seduta brillante per Saras, +2% a 1,88 euro. In terreno positivo anche Eni e Tenaris.
A MAGGIO BANCHE -25%, RIMBALZA MPS
La giornata è stata dominata dalle vendite sui finanziari, a partire dalle banche. L’indice di settore, nonostante un timido recupero nel finale, ha chiuso con un calo del 4,7% a 9.660 punti, livello minimo degli ultimi dodici mesi. Dal primo di maggio ha lasciato sul terreno un quarto del suo valore. La crisi del credito ha contagiato il comparto europeo: -4%.
Lungo l’elenco dei titoli che hanno ceduto il 5% o anche più. Colpiti in particolare le ex Popolari: Banco Bpm -6,7%, Bper e Ubi -5%. Fa peggio Unicredit (-5,6%), mentre Intesa lascia sul terreno il 4%.
In controtendenza Monte Paschi (+3,8%): il fallimento del tentativo di governo Conte ha allontanato, temporaneamente, i propositi bellicosi della Lega. Da Francoforte è arrivato un secco richiamo al rispetto dell’accordo che prevedono il ritorno dell’istituto nell’area privata.
SOTTO TIRO ANCHE GESTITO E POLIZZE
Le vendite, però, non hanno risparmiato assicurazioni e risparmio gestito. Poste italiane -4,5%, FinecoBank -2,4%. Banca Generali lascia sul terreno oltre il 6%, Anima il 10%. Generali -3,5%. UnipolSai -5%.
GOLDMAN TAGLIA LE UTILITY, TIENE FIAT CHRYSLER
Brusca discesa anche per le utility. Goldman Sachs ha tagliato il target price di tutte: Snam-4%, Italgas -5%, Terna-3,7%. Enel-2,4%: la brasiliana Eletropaulo ha comunicato che l’asta del 4 giugno è stata sospesa dalla corte d’appello.
In attesa dell’investor Day di venerdì tiene Fiat Chrysler (-0,4%). Tonfo di Leonardo (-5,3%). Telecom Italia -2%.
SMALL CAP: VOLA ZEPHIRO (+36%), SOFFRE OVS
Anche fuori dal paniere principale sono pochissime le note positive.
Da registrare il volo di Zephiro (+36%) dopo la decisione di Edison di dare il via, una volta autorizzata l’Opa, di comprare il 71% del capitale al prezzo di 10,25 euro, dell’operatore quotato italiano di riferimento nel settore dell’efficienza energetica.
Ovs è in ribasso del 6,7%, a 3,07 euro, nuovo minimo storico (-45% da inizio anno) sull’onda delle difficoltà finanziarie della controllata Sempione.
Aeffe -9%. Mediobanca ha annunciato il taglio a neutral da Outperform del gruppo della moda proprietario, tra gli altri, dei marchi Alberta Ferretti e Moschino.