“Sebbene sia importante non sopravvalutare nelle nostre decisioni il valore dei movimenti di mercato, un rialzo dei tassi a settembre sembra meno convincente”. Così ha detto ieri William Dudley, presidente della Fed di New York (la più importante), in una conferenza stampa dedicata al trend dell’economia della Grande Mela. Ancor prima del meeting dei banchieri centrali, che inizia oggi a Jackson Hole, ha la Fed ha così disinnescato la principale minaccia per il Toro.
Immediata e violenta la reazione di Wall Street: S&P +3,9%, Dow Jones +3,9%, Nasdaq +4%. In sintesi, la miglior seduta dal 2011. La reazione più vivace riguarda la tecnologia (+5,3% l’indice di settore) trainata dal rimbalzo di Apple (+5,73%).
VENTI DI RIALZO ANCHE IN ORIENTE. SHANGHAI +1,4%
Il vento di Wall Street si è fatto sentire anche sui listini asiatici, Cina compresa. Le Borse di Shanghai e di Shenzhen avanzano dell’1,4% senza riservare per ora le sorprese e le inversioni di rotta che hanno caratterizzato le ultime sedute. Avanza anche Tokyo (+1,9%), come Sidney (+1,4%). Fa meglio Hong Kong (+2,3%).
Rimbalza anche di un paio di punti percentuali il petrolio: Wti sopra i 39 dollari, il Brent oltre i 44 dollari.
OGGI IL PIL USA. BARCLAYS: L’S&P CHIUDERA’ L’ANNO A 2.100
L’annuncio di Dudley, se non confermato, segna un cambio di rotta rilevante nelle strategie della Fed. Sull’economia Usa continuano a piovere dati positivi (ieri i beni durevoli di luglio, in crescita del 2%) che potrebbero oggi venir confermati dall’annuncio dei dati del Pil Usa. Ma la Fed, che finora ha detto di voler “attendere i dati”prima di procedere al primo aumento del costo del denaro dopo sette anni, ha deciso di dar retta ai consigli di Larry Summers e di Ray Dalio: l’economia mondiale non è in grado , pena la recessione, di reggere all’impatto di un dollaro troppo forte.
Barclays ha già misurato l’effetto borsistico del cambio di rotta: l’indice S&P ha sempre saputo reagire al rialzo dopo una correzione superiore al 10%. Perciò “prevediamo che non si debbano modificare le previsioni fatte prima della crisi: a fine anno l’indice sarà a quota 2.100”. E poco importa che il probabile rinvio sui tassi confermi la fragilità dell’economia globale.
L’Europa, come accade da giorni, segue con un giorno di ritardo le evoluzioni dei mercati Usa. Ieri, sull’onda del nervosismo delle Borse Usa negli ultimi scambi di martedì, i listini del Vecchio Continente hanno vissuto una giornata contrastata. In attesa della probabile riscossa di oggi.
MILANO -0,8%. PARTENZA OK PER LE ASTE DEL TESORO
La Borsa di Milano ha chiuso in ribasso una giornata di forte volatilità: indice Ftse Mib -0,8% a 21.470 punti. In avvio di seduta era sceso fino a 21.150 punti (-2,3%), ma nel primo pomeriggio aveva toccato quota 21.800 punti (+0,7%). Nel finale di seduta Parigi -1%, Francoforte -0,7%.
Il Btp decennale ha chiuso la seduta ad un rendimento dell’1,195% (-2 punti base), spread soto i 130 punti. Positivo l’avvio delle aste di fine mese: il Tesoro ha collocato 3 miliardi del nuovo Ctz d un tasso dell’1,666% contro il 2,004% precedente. Oggi si prosegue con l’offerta di 6,75 miliardi di Bot a 6 mesi.
La tornata di collocamenti proseguirà venerdì con il collocamento tra 6 e 7,5 miliardi di titoli a medio-lungo termine, tra cui 3,5-4 miliardi del nuovo decennale dicembre 2025, la cui cedola è stata alzata al 2% dall’attuale 1,5%.
EFFETTO M&A SU SAIPEM +5%
E’ tornata di moda la febbre M&A nel comparto petrolifero. Il colosso Schlumberger ha annunciato l’acquisizione a forte premio (+53%) rispetto ai valori di mercato della concorrente Cameron.
Di riflesso si è risvegliato tutto il settore europeo dei servizi all’industria petrolifera si è risvegliato. A Parigi Technip è arrivata a guadagnare il 5%.
Non ha fatto eccezione Saipem che ha chiuso in in rialzo del 5%. Dopo esser stato anche sospeso dalle contrattazioni per eccesso di rialzo con un massimo a 8,135 euro con un progresso superiore al 10%.
In terreno positivo anche Tenaris (+0,78% dopo un massimo superiore al 3%). Perde colpi invece Eni (-2,4%), nonostante il calo delle scorte di greggio Usa.
DEL VECCHIO COMPRA TITOLI LUXOTTICA PER 30 MILIONI
Contrastato il settore del lusso. Luxottica sale dell’1,7%. La Delfin di Leonardo Del Vecchio ha acquistato sul mercato 500.000 azioni della società d Agordo, leader mondiale degli occhiali, lo scorso 21 agosto, pari allo 0,1% del capitale, per un controvalore di 29,96 milioni di euro. In terreno positivo anche Yoox +0,19%. Ferragamo -1%.
INDUSTRIA E UTILITY, GIORNATA NO
E’ tra i titoli industriali però, che sono stati registrati i ribassi maggiori. Finmeccanica ha perso il 2,61%, seguita da Stm (-2,3%). Arretra anche Fiat Chrysler (-2,3%). La società ha immatricolato in Europa 56.535 veicoli in luglio, +11,9% anno su anno. Complessivamente, il mercato è salito del 9,1%.
Ha sofferto anche il settore utility. Enel -2,02% , Enel Green Power -1,18%. Terna -0,9%. La società ha siglato un accordo con l’operatore francese della rete, RTE, per lavori su un nuovo tracciato da 190 km verso l’Italia. Completano il quadro A2A (-1,7%) e Snam (0,8%).
Debole Telecom Italia (-0,6%).
TONFO DI RCS, CONTRASTATI I FINANZIARI
Contrastate le banche: Intesa +0,6%, Unicredit -0,3%, MontePaschi -0,7%, Ubi Banca -1%. Generali perde l’1,6%, Mediolanum l’1,8%.
Tonfo di Rcs Mediagroup (-7%). L’accordo con Mondadori per la cessione di Rcs Libri dovrebbe essere trovato entro settembre, anche se il closing dell’operazione avverrà più probabilmente nel 2016 che nel 2015. E’ quanto spiegato dai vertici della società durante la conference call per illustrare i risultati, inferiori al previsto, del primo semestre.