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Il rialzo dei bond frena la corsa delle Borse

Salgono un po’ ovunque le aspettative di un aumento del costo del denaro. La pioggia di vendite ha interessato Bond, Btp e Bund a ogni latitudine, provocando la contemporanea crescita dei rendimenti. Il decennale Usa è salito all’1,87%, il titolo a cinque anni tedesco è tornato per la prima volta da giugno oltre la soglia del tasso dei depositi della Bce. Stesso copione per i Btp: il rendimento del titolo con scadenza a 10 anni si porta all’1,57%, livello che non si vedeva da febbraio. Difficile individuare la causa scatenante del fenomeno: il movimento è stato accentuato dal rialzo oltre le previsioni del Pil del Regno Unito, che ha provocato la rottura dei livelli tecnici a partire dai Gilt britannici. Altri, vista l’intensità del movimento, evocano l’ombra della Cina: la ripresa della fuga di capitali da Pechino potrebbe aver costretto le autorità a liquidare grossi stock di titoli.

Quel che è certo, però, è che il mercato comincia a scontare gli effetti della ripresa delle economie e, in parallelo, dell’inflazione, cercando di anticipare le mosse delle banche centrali. La pubblicazione del dato del Pil Usa del terzo trimestre, prevista per oggi, potrebbe confermare il trend di ripresa della locomotiva Usa. In Europa si moltiplicano i segnali sulle prossime mosse della Bce: nel meeting di dicembre sarà annunciato il prolungamento del Qe fino al prossimo settembre, ma, se i dati macro confermassero il trend attuale, sarà ridotto l’ammontare mensile degli acquisti, che potrebbero essere concentrati sui Paesi (vedi l’Italia) dove è ancora alta l’offerta di “carta”.

Le novità sul fronte del mercato del debito hanno avuto un immediato impatto sul dollaro, che si mantiene sui massimi degli ultimi tre mesi (1,0899 sull’euro) e sui listini azionari, a partire dai settori più sensibili ai tassi. Vendute le società più penalizzate dal rialzo dei tassi, a partire da quelle immobiliari e i comparti esposti ai consumi. Le compagnie telefoniche invece sono considerate un segmento difensivo: l’indice settoriale ha infatti guadagnato l’1,5%. 

Ma l’andamento positivo della campagna delle trimestrali ha permesso di ridurre l’impatto sugli indici. Le perturbazioni del mercato del debito hanno comunque condizionato Meteo Borsa.

A WALL STREET SALE ALPHABET, TONDO DI AMAZON

In lieve rialzo Tokyo (+0,6%), impegnata a digerire gli ultimi dati macro: continua a scendere l’inflazione (-0,5%), ma scende anche la disoccupazione, in calo al 2,3%. Gli operatori scommettono che la Bank of Japan, che si riunirà il primo novembre, lancerà nuove misure anti-deflazione. Hong Kong perde lo 0,3% e Shanghai sale debolmente. Seul -0,3%, Mumbai -0,1%.

Chiusura in ribasso per gli indici americani: Dow Jones -0,16%, S&P -0,3%, Nasdaq -0,65%. Contrastanti le reazioni nel dopo Borsa per i Big che hanno rilasciato i dati ieri sera: avanza Alphabet (+2,3%) dopo il forte incremento dei ricavi della società madre di Google (22.45 miliardi di dollari nel trimestre contro 18,68 precedenti). In picchiata Amazon (-6%): l’utile trimestrale è stato di soli 0,52 dollari (contro 0,78 previsti). Scende anche Comcast (-0,9%): Barclays e Deutsche Bank hanno rivisto al ribasso il target per il timore della concorrenza di AT&T. Molto bene il settore salute e pharma. Bristol Myers sale del 5,4%, Celgene del 6%.

Il petrolio è tornato a crescere: il Brent in guadagno a 50,51, Wti sopra i 50 dollari: si moltiplicano i segnali di difficoltà per l’accordo sui tagli alla produzione Opec. Ieri seduta positiva per Eni (+1,56%) e Tenaris (+1,3%). Ancora vendite su Saipem (-2,59%) dopo le svalutazioni della trimestrale.

AUTO 1/ TESLA VALE QUATTTO VOLTE FORD

Dalle trimestrali Usa ed europee emergono grandi novità nel trend dei titoli automotive. In Usa vola Tesla (+4%) dopo aver chiuso in utile il trimestre per 22 milioni. La società dell’auto elettrica capitalizza attualmente 30 miliardi di dollari.

Al contrario, come sottolinea Reuters, “sembra fallito il tentativo di Ford e Gm di convincere gli investitori di non essere più prigionieri dei cicli del mercato dell’auto, bensì di essere pronti a rispondere alla sfida di Silicon Valley”. General Motors, che pure ha riportato martedì entrate record (fatturato trimestrali a 2,8 miliardi), ha lasciato sul mercato il 5%.

Ford, che promette l’auto a guida autonoma di serie entro il 2020, perde dopo i risultati l’1%: a fronte di vendite per un miliardo nel trimestre, la capitalizzazione è scesa a 7 miliardi di dollari (-17% in un anno).

AUTO/2. BMW O PSA, POSSIBILI PRETENDENTI PER FCA

Grandi movimenti anche in Europa. Positiva Volkswagen (+0,82%) che ha assorbito il maxi-esborso per il Dieselgate in Usa. Le case giapponesi hanno deciso di restare in Gran Bretagna nonostante la Brexit. Dopo Toyota la conferma è arrivata ieri da Nissan, che svilupperà la nuova Qashqai nell’impianto di Sunderland.

Ma il titolo più brillante è ancora Fiat Chrysler, che ha guadagnato il 6% dopo essere salita il giorno prima del 4,3% in seguito ai buoni dati trimestrali. A favorire il rally sono le indiscrezioni sull’incarico a due advisor per disegnare il suo futuro. Si parla di possibile fusione con Psa oppure di accordi nel segmento alta gamma con Bmw. 

L’AUTO SPINGE I CHIPS. QUALCOMM COMPRA NXP

I movimenti nel comparto semiconduttori, tra i più vivaci sul fronte dei merger, sono strettamente legati alle novità in arrivo nel settore automotive, ormai molto più legato all’elettronica che a tecnologie più tradizionali. Ieri il colosso Qualcomm ha acquistato l’olandese NXP Semiconductors per 39 miliardi di dollari, allargando il suo impero a un fornitore di chip per l’industria automobilistica. L’accordo è uno dei maggiore nella storia dei semiconduttori, secondo solo all’acquisizione da 60 miliardi di dollari di Emc da parte di Dell. Nxp è uno dei protagonisti del mercato dei chip per l’industria dell’auto, e Qualcomm con l’acquisizione mostra di voler fornire i suoi chip alle auto autonome.

In questo segmento di mercato opera anche StM, che ha guadagnato il 10% dopo avere annunciato buoni risultati per il terzo trimestre, chiuso con un aumento del Gross margin sopra le attese degli analisti. Un comunicato annuncia che la redditività continuerà a crescere nel quarto trimestre, per cui la società prevede “una crescita sequenziale dei ricavi netti intorno al 3,2%, come valore intermedio, e un margine lordo intorno al 37,0%. Inoltre, prevediamo di migliorare la nostra redditività per il 2016 e di continuare a generare un robusto free cash flow. Manteniamo la dovuta prudenza rispetto ai fattori macroeconomici e al loro impatto potenziale sui nostri clienti e sul mercato dei semiconduttori”, scrive il gruppo.

SI RISVEGLIA DEUTSCHE BANK. MILANO +0,84%

Giornata contrastata anche per l’azionario europeo, colpito dal movimento al rialzo dei tassi. Oggi i riflettori saranno concentrati sui conti delle grandi banche in Francia ed in Svizzera. Attenzione anche ai risultati del Pil francese.

Milano, assieme a Madrid (+0,14%), ha chiuso in terreno positivo: l’indice Ftse Mib è salita dello 0,84% a quota 17.427 punti. In terreno positivo anche Londra (+0,29%), sull’onda dei dati del Pil. Lievi cali per Parigi (-0,13%) e Francoforte (-0,01%), nonostante la ripresa, a sorpresa dei conti di Deutsche Bank (+0,60%). Deludono i conti di Nokia, caduta in ribasso del 7,6% a Helsinki dopo avere emesso un “warning” sul deterioramento del business nei prossimi mesi. 

Grande attesa, data la congiuntura di mercati, per l’asta odierna di titoli di Stato. Saranno offerti tra 7 e 8,5 miliardi di euro in Btp a 5 e 10 anni oltre al nuovo CctEu febbraio 2024. La previsione è di una sensibile risalita dei rendimenti. A fine seduta ieri il 5 anni trattava a 0,583% da 0,28% del collocamento di fine settembre, mentre il dieci anni dicembre 2026 è volato a 1,614% da 1,21% dell’asta del mese scorso. Se confermati dal collocamento di domani, si tratterebbe per il cinque anni del massimo di rendimento da settembre 2015 e per il dieci anni del record da agosto 2015.

RIPARTE MPS. DB PREMIA BPM E BANCO POPOLARE

La performance di Piazza Affari ancora una volta si è legata a doppio filo a quella del settore bancario. Recupera Monte Paschi (+1,3%), in rialzo Banco Popolare (+3,08%) e Bpm (+4,88%), che Deutsche Bank ha giudicato i top pick del comparto italiano, ribadendo i rating buy, ma riducendo i rispettivi prezzi obiettivi da 3,3 a 3,2 euro e da 0,56 a 0,51 euro. Progressi anche per Unicredit (+2,7%) e Intesa (+1,5%).

KEPLER DÀ LA CARICA A CAIRO

Recordati segna un rialzo dello 0,6%: l’utile dei primi nove mesi del 2016 è salito del 19% superando le stime degli analisti. Nel settore media, la promozione di Kepler Cheuvreux ha fatto da traino a Rcs (+1,51%) e Cairo Communications (+1,35%). La casa d’affari ha alzato da hold a buy il giudizio sui due titoli, alzando i rispettivi prezzi obiettivi da 0,77 a 1,2 euro e da 4,2 a 5,3 euro. Il guppo potrebbe “diventare uno dei leader in Italia nel multimedia, aumentando al contempo la sua esposizione geografica (Spagna)”.

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