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Il regno della mortadella in vendita

La mortadella bolognese fa ancora gola ai modenesi: lo storico marchio Alcisa è nel mirino di Grandi Salumifici Italiani e fra le parti sarebbe stato siglato un accordo per avviare la due diligence. E’ quanto scrive oggi Il Resto del Carlino di Bologna, secondo il quale la trattativa potrebbe incontrare solo due ostacoli: le ridotte dimensioni dell’impresa bolognese e il fatto che a Grandi Salumifici non interessa il ramo di azienda dei prosciutti stagionati. Le prossime settimane saranno decisive per capire come andranno le cose.

Al momento entrambe le parti si trincerano dietro a un prudente “no comment”, come d’altra parte fecero circa un anno e mezzo fa quando si cominciò a parlare di quest’ipotesi. Sotto le due torri comunque la prospettiva appare credibile. “Sicuramente questo settore è in movimento – commenta il vicepresidente di Nomisma Luciano Sita, già presidente di Granarolo – realtà piccole come Alcisa o anche come Felsinea, della famiglia Raimondi, faticano a competere in un mondo come questo dove, per fare innovazione, stare sul mercato e trattare con la grande distribuzione bisogna avere le spalle larghe”.

Caratteristica che non manca a Grandi Salumifici Italiani, società nata nel 2004 dal conferimento dei rami produttivi dell’altoatesina Senfter e della cooperativa Unibon di Modena. Dal 2007 GSI è quotata al segmento Star e nel 2010 ha chiuso il bilancio portando i ricavi consolidati a 601 milioni di euro (+2,6% rispetto al 2009) e l’utile netto a 25 milioni (+13%). Alcisa è un’azienda storica di Bologna, nata nel 1946 dall’intraprendenza di tre giovani: Rino Brini, Gino Galletti e Ivo Galletti, che ancora oggi la presiede. L’idea fu quella di rispolverare l’antica ricetta della mortadella e di offrire un prodotto di qualità.

L’avventura pionieristica cominciò in un retrobottega di una via del centro, con una stufa a legna. Alcisa oggi fa circa 55 milioni di ricavi.

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