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Il redditometro cambia pelle: gli accertamenti scatteranno da circa 70mila euro di scostamento. Ecco come funziona

Pixabay

Il redditometro cambia pelle. Il governo ha modificato ancora una volta lo strumento anti-evasione che mira a scovare chi dichiara meno redditi di quelli che effettivamente spende. Questo strumento, introdotto nel 1973, è stato sospeso e riattivato varie volte e, con il recente decreto numero 108 del 5 agosto, è stato nuovamente rivisitato. L’obiettivo è individuare e colpire i grandi evasori che, pur possedendo enormi patrimoni, dichiarano redditi minimi.

Che cos’è il redditometro?

Il redditometro confronta il reddito dichiarato con le spese sostenute durante l’anno. Se le spese sono significativamente superiori ai redditi dichiarati, scatta il controllo. Nel tempo, lo strumento è stato affinato, fino a essere sospeso nel 2018 dal governo Conte 1, che rimandava a un nuovo decreto per stabilire le modalità di indagine del tenore di vita dei contribuenti. Con il decreto del 7 maggio 2024, il governo Meloni aveva elencato le spese soggette a controlli, ma dopo le polemiche, ha fatto marcia indietro “in attesa di ulteriori approfondimenti”. Ora, questi approfondimenti sono arrivati. Vediamo cosa cambia.

Nuove soglie di controllo: ecco come cambia il redditometro

Il Fisco terrà conto di due soglie prima di procedere con l’accertamento:

  1. Lo scostamento tra il reddito ricostruito e quello dichiarato deve essere almeno del 20%.
  2. Lo scarto deve essere superiore a dieci volte l’assegno sociale annuo (attualmente pari 6.947,33 euro), cioè i controlli inizieranno solo se il reddito complessivo stimato supererà i 69.700 euro.

Per esempio, con le vecchie regole, bastava ricostruire un reddito di 12.500 euro su un reddito dichiarato di 10mila euro per contestare un’evasione. Ora, l’allarme scatterà solo con un reddito ricostruito di circa 80mila euro.

Nuove tecnologie e analisi del rischio

L’obiettivo principale è ridurre i falsi positivi e focalizzarsi sui casi di reale evasione. Per raggiungere questo scopo, il Fisco sfrutterà l’analisi del rischio, che consente di evitare controlli indiscriminati e di dare ai contribuenti la possibilità di giustificare eventuali altri redditi o risparmi accumulati.

L’analisi del rischio si avvale di nuove tecnologie e delle banche dati dell’amministrazione finanziaria per incrociare le informazioni disponibili e identificare i veri fenomeni di evasione. Una task force composta dall’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza è già al lavoro per sviluppare soluzioni che rispettino le normative sulla privacy.

Come difendersi dal redditometro?

Il nuovo sistema offre ai contribuenti ampie possibilità di giustificare gli scostamenti tra redditi dichiarati e spese sostenute. I contribuenti possono dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi diversi da quelli dichiarati nello stesso periodo di imposta, con redditi esenti, soggetti a ritenuta alla fonte, o legalmente esclusi dalla base imponibile. Inoltre, possono spiegare che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che i risparmi utilizzati si sono accumulati negli anni precedenti.

In sintesi, il nuovo approccio rende i controlli fiscali più mirati ed efficienti, concentrandosi sui veri casi di evasione e offrendo ai contribuenti maggiori possibilità di giustificazione.

Le spese sotto la lente del Fisco

Nonostante le modifiche, la struttura di base del redditometro rimane invariata. Le spese utilizzate per stimare il reddito reale dei contribuenti coprono una vasta gamma di categorie, tra cui:

  • Spese di consumo quotidiano: alimentari, bevande, abbigliamento e calzature;
  • Spese per la casa: mutui, affitti, bollette, manutenzione ordinaria e straordinaria;
  • Trasporti e veicoli: acquisti, manutenzione e leasing di auto, moto, camper e anche mezzi di trasporto aereo e marittimo;
  • Salute e benessere: medicinali, visite mediche e assicurazioni;
  • Tempo libero e cultura: abbonamenti a pay-tv, eventi culturali e sportivi, acquisti di libri e dispositivi elettronici;
  • Istruzione: tasse scolastiche e universitarie, spese per soggiorni studio;
  • Investimenti e risparmi: acquisto di immobili e beni di lusso, donazioni e investimenti finanziari;
  • Altre spese: collaboratori domestici, assicurazioni e bolli per auto, moto, barche e aerei, spese per il trasporto pubblico, canone di leasing o noleggio di mezzi di trasporto, spese per barbiere, parrucchiere, istituti di bellezza, centri estetici, argenteria, gioielleria, bigiotteria e orologi, borse, valige ed altri effetti personali, compensi a liberi professionisti, pasti e consumazioni fuori casa, alberghi, pensioni e viaggi organizzati, assegni periodici corrisposti al coniuge, spese per animali domestici e cavalli, giochi online, spese per attività sportive, circoli culturali e ricreativi, contributi previdenziali obbligatori e volontari, impegno per la cura della persona.
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