Il real estate cinese non è più appetibile per gli investitori stranieri in cerca di profitti immediati che ora guardano all’Europa e all’America. È una delle tante conseguenze della crisi economico-finanziaria globale che svantaggia Pechino, nonostante negli ultimi mesi si sia assistito a una forte correzione dei prezzi immobiliari nella Repubblica popolare.
Secondo un report di Colliers International, una società di consulenza attiva nel settore immobiliare, il bilancio degli investimenti immobiliari stranieri porta infatti il segno negativo nel 2011. Nella sola Pechino, dieci transazioni en bloc sono state concluse e divulgate l’anno scorso, ma con scarsa partecipazione estera. Gli investitori domestici, imprese statali, istituzioni finanziarie e operatori immobiliari privati continuano a dominare il mercato in un momento in cui, per la prima volta in quattro anni, il valore delle transazioni è calato (-0,09% ad ottobre e -0,11% a novembre). Più in generale, la crescita economica del Paese è stata del 9,7% nel primo trimestre 2011, 9,5% nel secondo e 9,1% nel terzo. La maggior parte degli economisti prevede una crescita tra l’8 e l’8,5% per il 2012, in rallentamento a causa della diminuzione dell’export e degli investimenti.
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