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Il rame vola e infiamma le materie prime ma le Borse scivolano

Foto di Alla Sedova-Sitnikova da Pixabay

Dopo una pioggia di buone notizie dagli Usa e una serie di trimestrali migliori della attese dall’una all’altra sponda dell’Oceano, i listini europei chiudono la seduta contrastati e Wall Street rallenta dall’avvio record dei primi minuti, quando lo S&P 500 ha superato per la prima volta i 4200 punti. Evidentemente, almeno in Europa, prevalgono le prese di profitto, soprattutto nel settore auto allarmato da Ford (-9,98%) che teme la crisi dei chip nei prossimi mesi. Risalgono anche i rendimenti dei titoli di Stato: il tasso del Treasury decennale americano è al momento +1,66% (+2,6%).

Sul mercato valutario il dollaro sta leggermente recuperando (il cambio con l’euro è stabile a 1,21), ma appare fiaccato dalla prospettiva di un ampliamento del debito a stelle e strisce e dall’atteggiamento dovish della Fed, che ieri ha nuovamente dispiegato le sue ali da colomba. A premere sull’acceleratore sono invece le materie prime, in particolare il rame che in giornata si è riavvicinato ai suoi massimi storici, superando la soglia dei 10.000 dollari a tonnellata per la prima volta da febbraio 2011 (quando aveva toccato il record di 10.190 dollari). Secondo gli analisti di Marex Spectron, “l’andamento del rame è sostenuto dalla debolezza del dollaro, cosa che favorisce gli acquisti di metalli denominati in valuta americana da parte di chi compra in altre valute”. Un buon sostegno viene inoltre dall’aumento della domanda in Cina, che da sola catalizza metà della produzione globale di rame.

Sale il petrolio: il contratto Brent luglio 2021 si apprezza dell‘1,2% a 67,58 dollari al barile.

In questo contesto chiude in rialzo Madrid +0,25%. Scende Francoforte -0,83%, allarmata da un dato sull’occupazione peggiore del previsto in aprile. Debole Amsterdam -0,19%. Sono piatte Parigi e Londra.

Piazza Affari perde lo 0,74 e arretra a 24.278punti, nel giorno in cui Euronext (+1,36% a Parigi) ha completato l’acquisizione di Borsa Italiana dal London Stock Exchange per un controvalore di 4,444 miliardi di euro e contestualmente Cdp Equity e Intesa Sanpaolo entrano a far parte degli “azionisti di riferimento” del gruppo con la sottoscrizione di un private placement da 579 milioni di euro.

Sul Ftse Mib pesano le vendite su Tenaris -6,78% e Saipem -4,92%, ma anche Stellantis -3,81% e Amplifon -3,48%.

Tenaris ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 101 milioni di dollari, 0,09 dollari per azione, contro le perdite per 666 milioni di dollari dello stesso periodo del 2020 e un utile per 110 milioni nel quarto trimestre. L’Ebitda sarebbe invece sotto le attese degli analisti e questo è all’origine delle prese di profitto su un titolo salito molto quest’anno.

Nel settore delle oil service prosegue la correzione di Saipem, dopo i risultati di ieri che, per gli analisti di Intesa Sanpaolo sono stati negativi, ben oltre le attese. Ad aggravare il quadro hanno contribuito le notizie negative provenienti dal progetto in Mozambico. 

Campeggia sulla sponda più verde del listino Stm +1,63%, al termine di una seduta altalenante dopo la trimestrale, dove ha sfoggiato un utile netto in crescita di quasi il 90% a 364 milioni di dollari. A dare una spinta alle azioni sono state le parole del ceo, Jean Marc Chery che, nella call con gli analisti, ha detto di attendersi una domanda sostenuta dall’industria degli smartphone, includendo anche Apple uno dei dieci principali clienti della società.

Bene A2a +1,47%.

La seduta risulta ancora positiva per le banche, in particolare Intesa +0,91%; Unicredit +0,86%; Mediobanca +0,28%.

Fuori dal paniere principale prosegue il rally di Mediaset (+6,02%), in vista della pace con Vivendi. MF riferisce di un potenziale accordo che, tra i vari aspetti, prevede la distribuzione di un dividendo di 30 centesimi per azione sui conti 2020 da parte del Biscione e l’impegno del gruppo francese a ridurre progressivamente la propria quota, vendendo il 19,19% attualmente parcheggiato presso Simon Fiduciaria nell’arco di 5 anni.

Gli acquisti si dirigono ancora su Tod’s (+1,64%), effervescente da qualche settimana, dopo l’arrivo di Chiara Ferragni in cda e l’incremento al 10% di capitale da parte di Lvmh. Gli appetiti speculativi oggi sono stati rinfocolati dalle parole del patron della maison italiana Diego della Valle, secondo il quale “l’aumento della quota era simbolico, ma l’idea è di vedere se possiamo fare qualcosa insieme”. Intanto due giorni fa Intesa ha rivisto il rating di Tod’s a hold (da reduce) e portato il prezzo target a 37,7 euro.

Rialza la testa Fiera di Milano (+3,63%), poiché il Salone del mobile si farà a settembre, anche se in versione ridotta.

Nell’obbligazionario: lo spread fra Btp 10 anni e Bund di uguale durata viaggia a 107 punti base (+0,5%), con rendimenti in crescita. Il tasso del Btp chiude a +0,8t%.

Salgono i rendimenti anche sul primario, In mattinata il Tesoro ha assegnato in asta la quinta tranche del Btp a 5 anni, scadenza 01-04-2026, per l’importo massimo offerto, pari a 2,75 miliardi con un rendimento lordo dello 0,17%, in rialzo di 12 punti base. Nell’asta dei Btp a 10 anni, scadenza 01-08-2031, sono stati assegnati titoli per il massimo importo offerto, pari a 2,5 miliardi, con un rendimento lordo allo 0,88%, in rialzo di 15 punti base. Inoltre, il Tesoro ha assegnato un secondo Btp a 10 anni, scadenza 01-04-2031, per l’importo massimo offerto, pari a 2 miliardi, con un rendimento lordo allo 0,83 per cento. Infine, il Tesoro ha assegnato interamente l’importo massimo offerto per i CCTeu a 6 anni, pari a 1,25 miliardi, con un rendimento lordo a -0,06%, in rialzo di due punti.

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