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Il rally di Natale è già cominciato e il Ftse Mib riacciuffa quota 27 mila

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Piazza Affari chiude la seconda seduta di seguito in rialzo (+2,43%) e torna di slancio oltre i 27mila punti (27.142), persi il 26 novembre scorso a seguito delle prime notizie sulla variante Omicron del coronavirus. Sono ancora più esuberanti Amsterdam +3,51%, Francoforte +2,86% e Parigi +2,91%. Poco più indietro Madrid +1,45% e Londra +1,52%. Gli acquisti in Europa sono risultati sostenuti fin dalla mattinata, in scia ai guadagni di alcune Borse asiatiche (Tokyo +1,89%), poi hanno accelerato nel pomeriggio con l’apertura in rialzo di Wall Street, dove i tre principali indici stanno correndo e ampliando i guadagni della vigilia. Sono in spolvero i titoli tecnologici (vola il Nasdaq), ma anche i petroliferi, mentre l’oro nero spinge sull’acceleratore: Brent +3,9%, 75,95 dollari al barile; Wti +4,56%, 72,66 dollari al barile.

Insomma il Toro sembra tornato con forza sui mercati, nonostante le molte banderillas nel fianco: la situazione pandemica mondiale infatti è ancora allarmante; l’inflazione corre in Europa e negli Usa, dove i colli di bottiglia nelle forniture creano problemi alle imprese e si riflettono nei dati macro; Usa e Russia sono ai ferri corti sulla questione ucraina. Alle 16, ora italiana è iniziato il summit in videoconferenza tra Joe Biden e Vladimir Putin sull’Ucraina.

Le borse sembrano concentrate però sulle notizie positive. In particolare Omicron, secondo gli esperti, è più contagiosa ma non più grave di Delta. D’altra parte Pechino pensa a sostenere l’economia. Il presidente Xi Jinping ha assicurato che lo Stato aiuterà il settore immobiliare, scosso dal tracollo di Evergrande, mentre la banca centrale cinese ha deciso un nuovo taglio al valore delle riserve che le banche sono tenute obbligatoriamente a detenere. Una manovra che vale almeno 190 miliardi di dollari di nuova liquidità potenziale e che, spiega David Chao di Invesco, “permetterà di gestire al meglio le prossime crisi immobiliari”. La mossa aiuta inoltre i titoli minerari, che brillano oggi in Europa.

In ambito macroeconomico Eurostat segnala una crescita del pil nel terzo trimestre del 2,2% nell’eurozona e del 2,1% nell’Ue rispetto al trimestre precedente. Nel secondo trimestre del 2021 il pil era cresciuto del 2,2% nell’area euro e del 2,1% nell’Ue. I migliori risultati arrivano da Irlanda (+4,0%), Italia e Spagna (entrambe +2,6%).

Scende però l’indice Zew tedesco a dicembre, 29,9 da 31,7 di novembre. Le strozzature dell’offerta, l’aumento delle pressioni sull’inflazione e l’aggiunta di preoccupazioni sui virus costituiscono una potente combinazione per danneggiare le prospettive.

Oltreoceano la seconda lettura dell’indice della produttività Usa nel terzo trimestre, è stato rivisto da -5% a -5,2% ed è il peggior calo dal 1960. In attesa del dato sull’inflazione a stelle e strisce che uscirà venerdì, il WSJ scrive che la Fed potrebbe anticipare il rialzo dei tassi già in primavera.

In questo contesto il dollaro si apprezza, mentre l’euro s’indebolisce, appesantito dalle aspettative di una stretta della banca centrale Usa in tempi più rapidi rispetto alla Bce. La moneta unica tratta al momento in calo dello 0,4% a 1,123.

La maggior propensione al rischio allontana gli investitori dai titoli di Stato. I prezzi dei T-Bond appaiono in calo e i rendimenti in rialzo, in particolare il decennale sale nuovamente verso 1,5%.

Salgono i tassi anche nell’area della moneta unica e il secondario italiano chiude leggermente negativo. Lo spread si porta a 129 punti base (+1,45%), con il rendimento del Btp decennale a +0,91% e quello del Bund a -0,38%.

Nell’azionario di Piazza Affari brillano oggi quasi tutte le blue chip. La più splendente è Stm +5,79, che pare apprezzi particolarmente la decisione di Intel di quotare, nel 2022, la controllata Mobileye, società che realizza componenti per la guida autonoma e di cui Stm  è partner storico.

Rialza la testa Nexi +5,37%.

Torna alla ribalta il lusso, con Moncler +4,46% che guarda alle mosse cinesi, mentre si conferma effervescente la galassia Agnelli con Cnh +4,12% e Stellantis +3,56%. Il colosso automobilistico italo francese entra nella sfida sulla tecnologia, sempre più strategica per auto elettrica e a guida autonoma sottoscrivendo un accordo con Foxconn per progettare e vendere semiconduttori flessibili per il settore e annunciando 30 miliardi di investimenti su software ed elettrificazione. Sono positive le banche (Intesa +2,03%; Unicredit +2,42%) e i titoli petroliferi 

(Eni +2,25%).

Praticamente sul Ftse Mib è in rosso solo Telecom -1,44%, che ha intanto scelto gli advisor finanziari per valutare la manifestazione di interesse non vincolante di Kkr.

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