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Il protezionismo sudamericano contro i prodotti cinesi

Sarebbero almeno un centinaio, ma potrebbero perfino arrivare a 200, i prodotti ai quali verrà estesa la TEC, la Tariffa esterna comune che i paesi del Mercosur applicano ai beni stranieri. I governi di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, riuniti questa settimana a Montevideo, stanno infatti discutendo la proposta di estendere a centinaia di beni d´importazione l’aliquota massima del 35%.

Il timore dei paesi dell´America Latina è quello di ritrovarsi nei prossimi mesi con una vera e propria invasione di prodotti cinesi sul mercato locale. L´aggravarsi della crisi economica in Europa e negli Stati Uniti ha infatti messo in allerta i governi del Mercosur sulla possibile scelta della Cina di indirizzare i prodotti rimasti invenduti verso i paesi sudamericani.

La conferma è arrivata direttamente dal ministro brasiliano dell´Economia Guido Mantega che ha ammesso la discussione di misure che possano rendere più difficile l´ingresso di prodotti stranieri. La cupola di Montevideo dovrà discutere anche dei problemi, mai risolti, che da esattamente 20 anni, da quando cioè è nato il Mercato comune sudamericano, caratterizzano il blocco regionale.

I benefici non sono mancati: basti pensare che dal 1989, gli scambi commerciali tra i quattro paesi sono cresciuti del 1000%, dai 3,5 miliardi di dollari agli attuali 39,2 miliardi. Ma Uruguay e Paraguay lamentano ancora la presenza di forti barriere commerciali sui mercati maggiori di Brasile e Argentina, in particolare nei settori tessile, dei libri e della plastica.

Il protezionismo è infatti ancora uno degli aspetti più marcanti delle politiche commerciali dei due maggiori paesi sudamericani: “Il Trattato (firmato ad Assuncion nel 1991, ndr) è stato travisato – spiega alla BBC Brasil Rubens Barbosa, ex ambasciatore brasiliano a Washington ed attuale presidente del Consiglio del Commercio estero di San Paolo – perdendo le sue caratteristiche di stimolo e di eliminazione delle restrizioni tariffarie”.

Il Mercosur infatti si conferma per molti aspetti ancora come un´integrazione regionale debole: progetti come l´unificazione monetaria e fiscale tra i paesi e l´eliminazione della doppia imposizione fiscale sui prodotti stranieri sono paralizzati da anni. Anche l´integrazione politica è praticamente ferma al palo con il Parlamento del Mercosur che possiede attrribuzioni modeste e la cui elezione non avviene in forma diretta.

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