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Il progetto per il Po bocciato dal territorio. Vale 357 milioni di euro

I soldi del PNRR destinati ad un grande piano di rinaturazione del grande fiume. Ma perché manca l’ascolto del territorio?

Il progetto per il Po bocciato dal territorio. Vale 357 milioni di euro

Senza straripamenti e tragedie umane il fiume Po vale più di un grande azienda. Le migliaia di persone che ci lavorano da generazioni, il valore storico e culturale esteso a quattro regioni -Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto- non solo hanno bisogno dei 357 milioni di euro del PNRR, ma richiedono idee chiare e concordia tra chi gestisce i soldi e chi deve farli fruttare. I milioni del PNRR coprono un progetto di rinaturazione non ancora partito e già contestato. Il progetto è in mano all’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po) accusata di non fare buone valutazioni di impatto ambientale e paesaggistico, di aver scavalcato i rappresentanti delle categorie produttive, di non aver dato tempo per esprimere pareri, infine, di aver mortificato la coltura del pioppo. In pratica l’organismo di gestione del Po starebbe per far partire un progetto inutile.

Un testo blindato. Perché?

Le scene di alluvioni straripamenti e morti sono già in archivio? “ Gesù, qui sono legnate” avrebbe esclamato il Don Camillo di Giovannino Guareschi. Per mettere a posto le cose bisogna partire con il piede giusto. Siamo davanti ad un lavoro fatto male, “ è un testo blindato che, non lasciando alcuna flessibilità alle parti coinvolte, penalizzerà interi settori della nostra economia, con conseguenti rischi per l’occupazione e gli investimenti ” protesta Confagricoltura. A rincarare la dose contro l’AIPO c’è anche Fabio Boccalari, presidente dell’Associazione pioppicoltori italiani, per il quale sono in gioco 7 mila ettari di terreni coltivati : il 15% della superficie di tutta Italia. “ È un’eccellenza dell’Italia agricola e industriale ampiamente riconosciuta anche a livello internazionale”, dice. La fatica di migliaia di uomini non fa testo ? Lo devono spiegare loro che produrre legno vuol dire sottrarre all’atmosfera tanta CO2 ?

Rimediare agli errori del passato

Chi produce ricchezza lungo il più grande fiume d’Italia vuole essere parte di una riorganizzazione idraulico-morfologica.e di tanto altro. Se gli interventi non saranno ritagliati sulle esigenze dei singoli territori – ha scritto Confagricoltura al governo- si rischia di avere più insicurezza in caso di alluvioni senza, peraltro, combattere la siccità. Già, il governo. Nei giorni dell’alluvione il ministro della Protezione civile Nello Musumeci aveva parlato di un piano straordinario per le zone alluvionate. Bene, ma se il piano è quello dell’Agenzia AIPO, come se ne esce? Una nuova regimazione del fiume dovrebbe sanare gli errori fatti in epoche passate. “Chiediamo un ripensamento radicale degli interventi proposti dall’AIPO” è la sintesi della protesta di chi vive e lavora lungo il Po. La fragilità di un territorio pulsante dell’economia del Nord ha richiesto l’istituzione di un Ente per agevolare, non per essere contestato. Il prezzo in vite umane e disastri economici pagati dagli abitanti della “bassa” deve essere rispettato, è il cuore della contestazione. Vista la bocciatura del progetto, Peppone e Don Camillo avrebbero saputo fare di meglio.

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