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Il Private Equity punta su manifatturiero, tech e agricoltura

Secondo il report semestrale di Deloitte Italy Private Equity Confidence Survey le aspettative degli operatori per il secondo semestre 2018 mostrano segnali di stabilità in merito all’attuale ciclo congiunturale e ai volumi di attività di PE rispetto al semestre precedente

Il Private Equity punta su manifatturiero, tech e agricoltura

Le aspettative degli operatori di Private Equity e di Venture Capital per il secondo semestre 2018 mostrano segnali di stabilità in merito all’attuale ciclo congiunturale e ai volumi di attività di PE rispetto al semestre precedente. Questo quanto si evince dal report semestrale di Deloitte Italy Private Equity Confidence Survey,

“Il Deloitte Private Equity Confidence Index, indice che sintetizza le risposte raccolte tra gli operatori del settore, riporta un valore di 114 nel secondo semestre del 2018, in lieve calo rispetto ai valori dei semestri precedenti” – commenta Elio Milantoni, Partner di Deloitte Financial Advisory Services e M&A leader

Le previsioni in merito alla congiuntura economica mostrano un sentiment meno positivo da parte degli operatori, con il 27,0% dei rispondenti che si attendono un peggioramento dello scenario economico. Aspettative stabili per quanto riguarda il numero di deal attesi: il 62,2% degli operatori si attende un numero invariato di operazioni per il prossimo semestre.

“Il valore dei portafogli PE sarà, ad avviso del 63,9% degli intervistati, in aumento rispetto ai valori di acquisto. I restanti operatori prevedono un valore costante dei propri investimenti. Questo dato, in linea con i semestri passati, mostra un segnale di stabilità e rafforzamento del settore – commenta Elio Milantoni. Riguardo agli obiettivi di rendimento (IRR) giudicati accettabili, la maggioranza degli operatori (88,9%) colloca le aspettative nella fascia intermedia (15%-25%)”.

Le operazioni di LBO si confermano la tipologia di maggior interesse (44,4% degli intervistati), seguite da operazioni di Capital Expansion (27,8%) e di supporto a MBO/MBI (19,4%). Inoltre è in aumento l’interesse verso settori come Manifatturiero (+8,5%), Prodotti Elettronici e Agricoltura (entrambi +2,7 punti percentuali rispetto al semestre precedente). Si riduce invece il focus sui settori Luxury, Chimico e Retail (rispettivamente -5,0, -4,6 e -4,4 punti percentuali rispetto al primo semestre 2018).

In aumento la percentuale di investitori secondo i quali i valori di cessione saranno stabili (57,1%) o in calo (8,6%) rispetto al primo semestre 2018.

Si prevede una crescita rilevante delle exit tramite Trade Sale (indicate dal 54,3% degli intervistati, in crescita di 17,9 punti rispetto al semestre scorso), a fronte di un calo della percentuale degli intervistati che segnala la possibilità di exit tramite Secondary Buy-Out (-13,6%) e tramite IPO (-3,6%).

In aumento la percentuale di investitori in PE intervistati che individua nelle banche commerciali la fonte principale di finanziamento (da 73,5% a 81,3%). In aumento anche i finanziamenti tramite banca di investimento (+3,5 punti percentuali).

Le aspettative di struttura finanziaria dei nuovi deal mostrano una leggera crescita della preferenza per strutture finanziarie con un maggior utilizzo della quota di equity.osserva Elio Milantoni.

Il 34,3% degli intervistati prevede, infatti, di finanziare i propri investimenti futuri con una quota di equity compresa tra il 61,0% ed il 100,0%, in crescita di 10,0 punti percentuali.

Si segnala un leggero calo negli spread medi applicati. Un quarto degli operatori intervistati ha finanziato le proprie operazioni con uno spread sull’Euribor inferiore ai 200 basis points.

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