Non succede spesso che un primo ministro faccia un viaggio in Cina allo scopo di scusarsi per conto di un’impresa privata che ha venduto un prodotto contaminato (latte con tracce di botulino). Ma questi sono i pericoli della monocultura. La Nuova Zelanda esporta soprattutto prodotti alimentari, dal burro al latte alla carne e alla frutta, e la sua economia è ostaggio di queste produzioni, nelle quali – va detto – sono i produttori più efficienti del mondo.
I prodotti lattierocaseari sono venduti dalla Fonterra, la più grande azienda al mondo in questo settore, e il suo ruolo come simbolo della Nuova Zelanda la rende parte del ‘patrimonio nazionale’. Charlie Wilson, un presidente della General Motors, disse nel 1955: “What is good for General Motors is good for America”. Questa affermazione è stata largamente ridimensionata, ma rimane vero, nel caso della Nuova Zelanda, che ‘quel che buono per Fonterra è buono per la Nuova Zelanda’ (e viceversa!). Si comprende quindi come il primo ministro abbia dovuto correre ai ripari.
Lo potrà aiutare il fatto che, anche se adesso l’immagine del latte neozelandese è stata appannata, i cinesi si fidano poco anche dei produttori locali, dopo recenti scandali legati a latte inquinato.
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