L’avvertimento arriva dal presidente della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann. E riguarda la Grecia, ma non solo. “Sarebbe relativamente sgradevole, per la Grecia e per altri, ma l’ipotesi di una insolvenza sui pagamenti del paese (default) non è da escludere”, ha avvertito oggi Weidmann.
“Perché se Atene non attuerà nei tempi previsti il suo programma di risanamento e riforme – ha spiegato il presidente della Bundesbank – è consequenziale che si blocchino i versamenti delle tranches degli aiuti di Unione europea e Fondo monetario internazionale al paese. Senza questi fondi la Grecia non può onorare le scadenze sui pagamenti dei suoi titoli di Stato”.
Secondo il banchiere centrale tedesco, bisogna tenere presente che una eventuale insolvenza sui pagamenti di Atene “sarebbe uno scenario relativamente sgradevole, non solo per la Grecia ma anche per altri. Tuttavia, se il programma di riforma del governo ellenico non dovesse essere attuato, allora verrebbero meno le basi per ulteriori versamenti degli aiuti Ue e Fmi”.
Dopo la voce di Bob Traa, rappresentante del Fmi in Grecia, un altro autorevole esponente del mondo finanziario esplicita chiaramente il rischio che corre la Grecia, insieme ad altri Paesi. La questione intanto ha spinto la Francia a prendere posizione: “Default greco? Non è una ipotesi allo studio, non fa parte delle nostre strategie”, ha affermato il ministro delle finanze François Baroin. Al recente vertice in Polonia, i responsabili economici dell’area euro hanno deciso di rinviare ad ottobre la decisione sulla prossima tranche di aiuti. Verrà stabilito in base alle valutazioni dei tecnici di Ue e Fmi sui progressi del paese sui suoi impegni.