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Il premier Letta benedice l’operazione Telefonica-Telecom, che avverrà senza Opa. Prudenza in Borsa

I colpi di scena nella finanza italiana fanno passare in secondo piano gli altri avvenimenti. A partire dal caso Telecom. “Telecom Italia è stata privatizzata e che di tutte le privatizzazioni italiane credo che non sia stata uno dei più grandi successi. Quindi, anche se arrivassero dei capitali europei credo che questi capitali europei potrebbero aiutare Telecom ad essere migliore di come è stata in questi 15 anni”. Così Enrico Letta ha commentato l’affar del giorno, ovvero l’ascesa di Telefonica alla maggioranza di Telco , la holding che controlla l’ex incumbent.

Una benedizione politica, giunta alla fine di una seduta positiva: Piazza Affari con un rialzo dello 0,8% ha toccato ieri a quota 18.064 nuovo massimo degli ultimi due anni (agosto 2011). Telecom Italia +1,6% a fine seduta, ha esordito in mattinata a +3,6% dopo l’annuncio dell’accordo fra i soci italiani di Telco e la spagnola Telefonica sulla base di una valutazione delle azioni Telecom Italia di circa 1,1 euro. Telefonica salirà prima al 66%, poi al 70% e successivamente rileverà le azioni dei soci italiani. L’operazione non prevede nessuna Opa sul resto del capitale di Telecom Italia.

I veri beneficiari del deal sono stati i soci italiani di Telco. Mediobanca +3,6% ha messo a segno un capital gain di 60 milioni (da imputare al primo trimestre 2014): l’istituto aveva già ampiamente svalutato la sua quota in Telco e così registra un premio dell’85% rispetto all’attuale quotazione. Dopo l’aumento di capitale sottoscritto da Telefonica la svalutazione netta della quota di Telco per Generali +1,4% , sarà di circa 65 milioni di euro e sarà registrata nel terzo trimestre di quest’anno.

L’accordo ha avuto un impatto più limitato su Intesa con una svalutazione nell’ordine di 35 milioni di euro. Dopo l’aumento riservato a Telefonica la quota Intesa in Telco passerà dall’11,6% al 7,34%). Il titolo della banca è stato trainato anche dall’upgrade del target price da 1,70 a 2,10 euro da parte di Intermonte. Grandi rumors ieri, infine, sul presunto conflitto tra l’ad Enrico Cucchiani e il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli. Oggetto del contendere la situazione della Tassara di Romain Zaleski, amico storico di Bazoli, verso cui Intesa Sanpaolo è esposta per 1,2 miliardi.

LE ALTRE OPERAZIONI IN ARRIVO

Non c’è solo Telecom, ad agitare le acque. Rinvio a sorpresa per il nuovo piano di Banca Monte Paschi. Il Cda dell’istituto non ha approvato il nuovo piano di ristrutturazione a causa di formalità tecniche non ancora espletate nella istruttoria fra il Tesoro e la Commissione Ue. E’ quanto si legge in una nota emessa al termine della riunione. La Commissione europea ha confermato che l’iter non è concluso ma una fonte di Bruxelles ha aggiunto che “le parti principali sono già state concordate tra Almunia e Saccomanni. Stiamo lavorando ai dettagli tecnici”.

Stamane l’offerta di Doosan per Ansaldo Energia arriva sul tavolo del Cda di Finmeccanica in programma ma salvo sorprese dalla riunione del board non arriverà ancora un disco verde all’operazione. Tutto ruota intorno al mantenimento o meno del controllo in mani italiane, richiesto a gran voce da significativi settori politici e sindacali, ed eventualmente al soggetto pubblico che dovrà consentire a Finmeccanica di cedere buona parte del suo 55% senza però lasciare la maggioranza del pacchetto azionario ai coreani. Gli occhi sono puntati da tempo sulla Cassa depositi e prestiti.

Nella giornata delle cessioni figura anche un’operazione di Enel +2%. La società ha annunciato di aver ceduto al colosso petrolifero russo Rosneft, per 1,8 miliardi di dollari, il 40% di Artic Russia, società che a sua volta possiede il 49% di SeverEnergia. Quest’ultima possiede alcuni giacimenti nella regione dello Yamal-Nenets, nella parte settentrionale della Russia.

E IL TESORO VA ALL’ASTA

Sul mercato dei titoli di Stato il rendimento del Btp decennale chiude la seduta stabile al 4,24%, lo spread con il Bund sale di 5 punti a quota 239 perché il rendimento del bond tedesco è sceso all’1,84%. Oggi prendono il via le aste di fine mese con l’offerta di 2-2,5 miliardi di Ctz (rendimento ieri a 1,773%) e di 500-750 milioni di Btp indicizzati all’inflazione. Domani toccherà ai Bot a 6 mesi offerti per 8,5 miliardi, contro 9,424 miliardi di Buoni in scadenza. A mercati chiusi il Tesoro completerà il ciclo degli annunci relativi alla tornata d’aste di fine mese con i dettagli dei collocamenti a medio lungo di venerdì: le previsioni di Banca Imi sono per un’offerta di 3 miliardi del Btp quinquennale dicembre 2018 (terza tranche) e di altrettanto per il decennale marzo 2024 (giunto alla quinta tranche).

A Wall Street l’aspettativa del mantenimento in vigore del piano di riacquisto di obbligazioni da parte della Federal Reserve spinge il rendimento del Treasury Bill a 10 anni a 2,58%, in calo di due punti base e minimo delle ultime 4 settimane.

DA TOKYO A WALL STREET

Seduta poco mossa per la borsa Usa: il Dow Jones avanza dello 0,11%, l’S&P 500 dello 0,22% e il Nasdaq dello 0,51%. La minaccia di alcuni senatori che appoggiano il Tea Party di bloccare una provvedimento per finanziarie l’attività di spesa del governo ha incontrato una forte resistenza da parte di alcuni senatori repubblicani. Ma resta il rischio di blocco dell’amministrazione federale americana e gli ultimi segnali indicano che la situazione è molto fluida e incerta.

Nel pomeriggio è arrivata una raffica di dati di segno diverso. L’indice sulla fiducia dei consumatori degli Stati Uniti è sceso a settembre a 79.7 punti dagli 81.8 punti di agosto. L’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle venti principali aree metropolitane d’America, ha invece registrato una crescita del 12,4% a luglio rispetto allo stesso periodo del 2012 e dell’1,8% su base mensile, in linea con le attese degli analisti. 

Brrilla al Nasdaq la stella di Facebook in rialzo di quasi il 4% dopo che il South China Morning Post ha scritto oggi che il colosso dei social media e altri siti web bloccati dal governo cinese diverranno accessibili in una zona di libero scambio a Shanghai.

L’IFO TEDESCO FRENA L’EUROPA

In Europa hanno tenuto banco i dati macroeconomici, a partire dall’Ifo che ha riportato a settembre una crescita per il quinto mese consecutivo ma ha deluso le attese. L’indice della fiducia delle imprese tedesche si è attestata a 107,7 punti, in rialzo rispetto al dato di agosto a 107,5 punti, ma in calo rispetto al consenso (108 punti). Parigi +0,5%, Francoforte +0,3%, Londra +0,2%. Madrid +0,64%.

FIAT INDUSTRIAL INGRANA LA MARCIA VERSO LA BORSA USA

Corre Fiat Industrial +3,2% a pocho giorni dal debutto a Wall Street. Il file per l’Ipo di Chrysler non muove Fiat (-0,4%). Azimut +2,8%, Banca Generali +1,6%: Citigroup ha avviato la copertura con raccomandazione “buy” e target price 20 euro per entrambi i titoli. Eni ha perso lo 0,3%. Citigroup ha messo la società petrolifera italiana fra i “least preferred stock”, cioè fra le azioni “meno preferite”. Tenaris è scesa dello 0,4% dopo che Ubs ha tagliato a “sell”. Balzo di Indesit +5,7% e di Maire Tecnimont+6,7%, Exane ha alzato il giudizio a outperform da neutral, target price alzato a 1,7 euro da 1,0 euro.

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