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Il Ponte sullo Stretto bersagliato da una pioggia di ricorsi. Il Governo per ora difende il progetto dell’opera

Imagoeconomica

Era dai tempi del gasdotto Tap in Puglia che non si vedeva un’opposizione cosi radicale a un’opera pubblica. Agli oppositori del Tap – Cinquestelle in primis- non andò bene. L’infrastruttura serviva al paese ed è stata realizzata. L’utilità del ponte siciliano è molto più offuscata e la sfilza di ricorsi per danni ambientali, costi, espropri, appalti, si allunga di settimana in settimana. Ovviamente c’è anche chi il ponte lo vuole.

Per questa mattina al Ministero delle Infrastrutture è prevista la conferenza di servizi con tutti i ministeri interessati, le amministrazioni statali, i rappresentanti di Sicilia e Calabria. Tra l’altro si esamineranno anche le interferenze di servizi a rete, e non è poco, che attraversano lo stretto e sono correlate alla fattibilità del progetto.

La Società Stretto di Messina

Il Presidente della società Stretto di Messina, Italo Ciucci, difende il progetto presentato un mese fa in Parlamento. Non potrebbe essere diversamente ma i ricorsi non dovrebbero lasciarlo molto tranquillo. È un manager di esperienza ma i ricorsi li deve tenere a mente. L’ultimo è di ieri da parte di 40 professionisti siciliani – avvocati, magistrati, ingegneri – che si sono rivolti alla Procura di Messina riguardo la illegittimità delle procedure e i costi del ponte. Le ultime stime parlano di oltre 13 miliardi di euro con ripercussioni pesanti sulle due aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria. I conti sono stati fatti bene ? Lieviteranno ancora ?

Un’altra tempesta giudiziaria ha che fare con gli espropri delle abitazioni. Per costruire il ponte bisogna abbatterne centinaia: per adesso 250 nella zona di Torre Faro a Messina e 150 tra Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Gli espropriandi hanno formato un comitato e si sono rivolti anch’essi alle Procure di Reggio Calabria, di Messina e alla Corte dei Conti. Attenzione, la magistratura della Capitale sta alzando l’attenzione sul ponte. Dopo l’esposto da parte di Elly Shlein, Angelo Bionelli e Nicola Fratoianni- Pd, Alleanza Verdi, Sinistra Italiana – ha aperto un’inchiesta che al momento non ha indagati.

Un destino segnato?

Il Ministro Matteo Salvini è sempre più euforico. Dice che entro l’anno si apriranno i cantieri. Chissà se anche lui ignora i ricorsi e le circostanze politiche che non lo vedono in una posizione serena. Che vuole dire? Che è in corso la campagna per le europee del ponte se ne parlerà, eccome. Sull’opera il centrodestra è compatto ? Di sicuro dentro la Lega sono in molti a non digerire una spesa così eccessiva nel momento in cui si gioca la partita dell’autonomia differenziata. Quanto agli impatti ambientali della campata unica tra Calabria e Sicilia, Fratelli d’Italia dovrebbe tenersi lontana da altre accuse di devastatori del territorio. È probabile che la premier stia facendo buon viso a un pessimo gioco e che dopo le elezioni europee tirerà le somme. Non è il caso di farlo ora che si appresta ad essere capolista anche nella circoscrizione delle isole.

A ogni modo-se davvero dovessero aprirsi i cantieri- i tempi saranno più lunghi di quelli sparsi dal Ministro Salvini. La giustizia ha i suoi tempi e qui bisogna interpretare per benino le normative ambientali citate negli esposti, oltre evidentemente, a giudicare attentamente gli espropri di villette, condomini e attività commerciali.

Una freccia è partita anche dal Comitato tecnico scientifico sul progetto esecutivo. I tecnici non hanno escluso integrazioni in alcuni sezioni. Il tema potrebbe ritornare in primo piano durante la conferenza di servizi e toccare direttamente i lavori assegnati al consorzio Eurolink. La società stretto di Messina insiste sulla “missione meridionalista” dell’infrastruttura, ma sottovaluta tutto ciò che la politica e l’opinione pubblica italiana esprimono sul ponte e non da oggi. Alla fine potrebbe restare in piedi- di nuovo- solo la società stretto di Messina, già liquidata una volta e riesumata nel 2023.

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Categories: Politica

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  • Di questo passo il ponte non si costruirà mai. È diventato un progetto troppo famoso, e in Italia è molto piú facile bloccare che fare. Tutti cercheranno di prendersi il loro pezzettino e cosí per i prossimi 100 anni