Paradossalmente, la cattiva notizia del giorno – il Pil giapponese si è inaspettatamente contratto, sia pure di solo lo 0,1% – ha spinto la borsa di Tokyo, dato che questa debolezza innalza le probabilità di adozione dell’esperimento ultra-espansivo adottato (anzi, adottando) dal governo di Shinzo Abe. Anche la prudenza mostrata dalla Banca del Giappone nella riunione di oggi ha contato poco: il governatore e due suoi vice scadono fra poco più di un mese e i probabili sostituti sono tutti dalla parte del primo ministro.
Il Nikkei cresce dello 0,7% e l’indice regionale Msci Asia Pacific, nel primo pomeriggio di Hong Kong, progredisce dello 0,4%. La moneta unica europea è stabile, a 1,345 contro dollaro, e lo yen ha ripreso con cautela l’attacco a quota 94. L’oro si conferma debole, e si mantiene sotto quota 1650 $/oncia. Si sarebbe tentati di dire che quando l’economia migliora l’oro peggiora, perché si nutre delle crisi, ma anche questo non è vero. I vagabondaggi del prezzo dell’oro hanno sentieri imperscrutabili, e ne fanno una delle attività più volatili di un portafoglio.