A RISCHIO LA TRIPLA A UE. IL PIANO MERKOZY IN SALITA. MENO TASSI E PIU’ LIQUIDITA’, OGGI DRAGHI IN CAMPO
Colpo basso di S&P alla vigilia del vertice di Bruxelles: l’agenzia di rating ha deciso di mettere sotto osservazione anche il rating tripla A dell’Unione Europea. Inoltre, sono finiti nel mirino per una nuova retrocessione i voti di sette grandi banche europee: Intesa ed UniCredit per l’Italia, Deutsche Bank e Commerzbank per la Germania, Crédit Agricole, Bnp Paribas e Société Générale per la Francia. E’ un bel biglietto d’auguri per il vertice preceduto da una lettera congiunta di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel a Hermann van de Rompuy in cui si chiedono “regole ed impegni più stringenti” per i Pasi dell’eurozona. Un altro augurio, più inquietante e sinistro, è il pacco bomba recapitato alla sede centrale della Deutsche Bank di Francoforte, indirizzato al presidente Joseph Ackerman.
La nota più positiva, alla vigilia, sta nell’avvio dell’iter parlamentare della manovra italiana del governo presieduto da Mario Monti, con alcuni importanti correttivi: una soglia più alta per l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, salita a 1.400 euro, e il possile alleggerimento dell’Imu. Stamane il premier, che riserverà la prima trasferta ufficiale alla Libia, vedrà a Milano il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner.
LA GERMANIA VEDE NERO. Pretattica, schermaglie diplomatiche o seria frattura? L’irrigidimento tedesco alla vigilia del summit europeo dei capi di Stato ha gelato la speranza che l’Eurozona avesse finalmente spezzato il circolo vizioso che l’ha condotto, dalla crisi greca in poi, ad un passo dal disastro. Ma, all’improvviso, ieri pomeriggio alto funzionari del governo tedesco hanno riferito alle agenzie di stampa che il cancelliere Angela Merkel guarda con pessimismo alla riunione dei leader europei di Bruxelles che si apre stamane. “Diversi protagonisti non hanno assolutamente capito la gravità della situazione” ha detto uno stretto collaboratore del cancelliere. A chi si riferiva? Diversi Paesi considerano le richieste tedesche troppo invasive ma, sembra, non ci sono più margini di discussione. Non è escluso, inoltre, che dal vertice emerga comunque una frattura tra l’eurozona a 17 e gli altri 10 Paesi della Ue. David Cameron, in particolare, ha fatto sapere che difenderà gli interessi della City.
DOCCIA FREDDA SULLE BORSE. La reazione sui mercati non si è fatta attendere: la Borsa di Londra ha perso lo 0,3%, Francoforte -0,5%, Parigi ha chiuso invariata. Milano ha perso più di tutte: -1,2%. Sono tornati inoltre a salire i rendimenti dei titoli di Stato: quello del Btp decennale è salito al 5,96% (+15 base), lo spread con il Bund tedesco si è allargato a 388 punti base. A proposito di bund, ha avuto successo l’asta tedesca di titoli a cinque anni; sono stati collocati titoli per 4,1 miliardi al tasso dell’1,11% (conto l’1,10% precedente).
Contrastato il copione di Wall Street. Mai come quest’anno le sorti del mercato Usa sono così connesse ai listini del Vecchio Continente: l’indice di correlazione è pari allo 0,85, il più alto dalla nascita dell’euro. Chiude in ribasso l’indice S&P 500 -0,36% , Nasdaq – 0,62%, in equilibrio il Dow Jones -0,04%. In discesa i listini asiatici: Tokyo -0,66, Hong Kong -0,69%. Tra le note negative, il calo dell’export delle macchine utensili giapponesi (.6,9%) e il calo, inatteso, dell’occupazione in Australia. Segnali di nervosismo a Pechino: lo yuan perde terreno nei confronti del dollaro (6,3659 ai minimi della forchetta).
METEOBORSA: AVVIO PIOVOSO. I futures sulla Borsa Usa segnalano incertezza, quelli europei tendono ad un (moderato ribasso) con l’eccezione di Zurigo. I rischi connessi ad un flop del vertice europeo rappresentano un incubo che non si può trascurare per tutti gli operatori della finanza globale.
LA SPADA DELLA BCE (E DELL’EBA). I mercati potrebbero trovare un prezioso alleato in Mario Draghi: oggi la Bce potrebbe annunciare l’atteso taglio dei tassi, il secondo in due mesi. Inoltre, meno spettacolare ma pancor più eficace, la Bce potrebbe annunciare l’allargamento delle condizioni di credito per il sistema bancario, con l’ammissione di nuove garanzie. E gli operatori sperano che il governatore trovi, in conferenza stampa, le parole giuste per sferzare i politici riuniti a Bruxelles. Oggi alle 18, infine, l’authority bancaria europea, l’Eba, emetterà il suo verdetto sugli aumenti di capitale chiesti , in particolare, alle banche italiane e spagnole.
ULTIMATUM DI MEDIOBANCA A FONDIARIA
MARINA GROSSI VERSO USCITA DA SELEX
In Piazza Affari si registrano perdite diffuse fra le banche: Unicredit è scesa del 2,4%, Banco Popolare -0,2%,Intesa ha perso il 2,7%. Ha tenuto invece Popolare Milano , in rialzo dell’1,5% dopo le indiscrezioni sul possibile ingresso nel capitale di una cordata di soci privati in affiancamento al gruppo Bonomi. Monte Paschi ha perso il 5,6%. In controtendenza Ubi Banca + 4,1%. Generali è scesa del 2,4%.
Pesante tonfo per Fondiaria Sai – 5,8%, destinata a lasciare il posto nel listino delle Blue Chips a Ferragamo + 2,7%. Il cambio della guardia avverrà lunedì 19 dicembre. Su Fondiaria Sai aleggia, nonostante le resistenze di Salvatore Ligresti, lo spettro di un nuovo aumento di capitale, nell’ordine di 500 milioni. La compagnia ha fatto sapere che l’ipotesi della creazione di una società veicolo in cui parcheggiare le partecipazioni strategiche, già ampiamente anticipata dai media, “è oggetto di approfondimento”. Intanto Mediobanca, esposta per oltre un miliardo nei confronti del gruppo assicurativo, ha chiesto formalmente chiarimenti sui piani per far fronte ai propri impegni: una novità assoluta visti i rapporti storici tra piazzetta Cuccia e Salvatore Ligresti.
Fra gli industriali, Finmeccanica è scesa dell’1,8%. L’agenzia Fitch ha retrocesso il titolo della holding da BBB a BBB-, anche sulla base delle modeste performance dei primi 9 mesi d’esercizio. E’ questione di giorni, intanto, l’uscita di Marina Grossi dal vertice della Selex.
Fiat -2,4%, Fiat Industrial -0,8%, StM -1,3%. La manovra ha invece messo le ali a Landi Renzo che ha guadagnato il 18% sulle attese che il rincaro della benzina favorisca la vendita di auto a gas.
METTI UN VIAGRA NEL CONDOM
VOLANO I TITOLI DI FUTURA MEDICAL
La killer idea del 2012 potrebbe arrivare dal mondo dei pharma: la Futura Medical, società inglese dai bilanci per la verità non brillanti ha concluso un accordo con la Renckitt Benckiser, multinazionale che, tra l’altro, ha il controllo totalitario delle azioni della Durex, leader nel mercato dei profilattici. Futura ha messo a punto un brevetto che consente di abbinare il suo farmaco, lo Zanifil, ad uno specifico condom. In sintesi, per dirla con uno dei grandi azionisti di Futura, David Mahoney , “ Si tratta in pratica di un Viagra dentro un preservativo. Non mi stupirei se Renckitt Benckiser volesse rilevare l’intera società o almeno il brevetto”. Nessun commento da parte di Renchitt che, per lo più, si occupa di detersivi o altri prodotti per la casa. Ma le le azioni di Futura ieri sono salite del 25%.